Intervento chirurgico per ristabilire, totalmente o parzialmente, la motilità della catena degli ossicini e la riparazione della membrana timpanica.
Si determina così il ripristino del normale meccanismo di conduzione del suono dal concodotto uditivo esterno all’orecchio interno. Quando la timpanoplastica viene associata alla ricostruzione della catena degli ossicini si parla di ossiculoplastica o di timpanoplastica con mastoidectomia quando comporta pure la fresatura dell’osso posto dietro l’orecchio (mastoide). L’intervento può essere talora eseguito in due tempi, in particolare in patologie che presentano il rischio di residuo di malattia nell’orecchio come il colesteatoma. L’intervento può essere eseguito sia in anestesia locale che generale.
Le complicanze più specificatamente attinenti all’inervento di timpanoplastica e più frequenti sono:
- infezioni postoperatorie con danno alla
funzione uditiva e vestibolare che è
inferiore all’1%
- mancato attecchimento della nuova
membrana timpanica che è di circa il 5%
- rischio di danno alla funzione delle
cellule uditive che può essere minimo o
più di rado può portare ad una sodrdità
totale ma che è inferiore all’1%
- rischio di paresi del nervo facciale che
va distinta in transitoria da anestetico
locale della durata di circa tre ore che
è di circa 5% e transitoria della durata
di alcuni giorni che può richiedere
- reintervento che è di circa lo 0,5%;
rarissima la permanente che è inferiore
all’1 per mille
- alterazione della funzione gustativa del
1/3 anteriore della lingua (in genere
transitoria) dal lato operato che è di
circa il 5%
L’intervento di timpanoplastica permette eccellenti risultati con un rischio di complicanze molto basso.
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