Propria della malaria è caratterizzata da accessi febbrili ogni 48 ore (cioè ogni terzo giorno), ciò è dovuto al fatto che il ciclo asessuale (o schizogonico) del parassita malarico dura appunto 48 ore.
E' causata da protozoi del genere Plasmodium vivax (terzana benigna), Plasmodium ovale (variante della terzana benigna) e Plasmodium falciparum (terzana maligna)trasmessi all'uomo per inoculazione da zanzare del genere Anopheles.
La forma determinata dal Plasmodium vivax ha un’incubazione di 10-15 giorni. Questo microrganismo può persistere per 10 giorni circa all’interno delle cellule epatiche da cui poi viene liberato per invadere i globuli rossi giovani (reticolociti). Al loro interno il microrganismo si replica tanto che i reticolociti appaiono di dimensioni aumentate con delle granulazioni al loro interno dovute alla degradazione dell’emoglobina, che gli conferiscono un aspetto tigrato. La persistenza in queste cellule dura circa 48 ore, poi il globulo rosso, rigonfio di microrganismi, si rompe e libera dai sei ai 24 plasmodii, che vanno ad invadere altri globuli rossi. In questo momento ricompare la febbre, cioè ogni 48 ore.
La diagnosi viene formulata sulla base dell'indagine clinica (accessi tipici, splenomegalia, reperto di parassiti nel sangue, ecc.). La profilassi antimalarica si avvale oggi di nuovi farmaci in aggiunta alla clorochina, come le 4-amminochinoline (primachina, meflochina) e alcune nuove associazioni tra sulfamidici e pirimetamina, attivi sulle varie forme biologiche del plasmodio. Nelle forme perniciose è ancora indicato il chinino somministrato per via endovenosa.
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