Vicenda con la quale cessa la vita. Giuridicamente si definisce morte come l’interruzione irreversibile delle funzioni vitali quali respiratoria, circolatoria, nervosa. La morte cerebrale è la fine di tutte le attività del cervello, incluse quali la funzione respiratoria, l'attività cardiocircolatoria, la regolazione termica e il controllo endocrino-metabolico dell'organismo, tutto ciò che consente la vita vegetativa. Tutto questo la rende diverso dal coma, dove le funzioni cerebrali che hanno la funzione di conservare la vita vegetativa pur in assenza di coscienza sono mantenute. Nell’ ambito medico-legale, oltre ad appurare la morte, si deve definire l'ora dell'evento, e ricercarne le cause. È compito del medico confermare l'avvenuto decesso, ed è necessario avere periodi di osservazione obbligatori prima di seppellire la salma, iniziare un'autopsia o un prelievo di organi a scopo di trapianto; il medico deve anche concludere con la denuncia delle cause di morte. Bisogna distinguere la morte reale dal cosiddetto stadio di morte apparente, condizione in cui lo stato comatoso, la perdita di coscienza, la mancanza di riflessi, l'assenza apparente di respirazione e di polso confermano il decesso; se però in questa condizione i valori minimali della respirazione e della contrazione cardiaca residue sono sufficienti a mantenere vitali il metabolismo cellulare delle cellule nervose, l'inizio della respirazione naturale o di quella artificiale rende possibile la ripresa delle funzioni vitali.
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