Condizione infiammatoria a spese del miocardio e coinvolge di frequente anche l'endocardio e il pericardio. Può essere causata da un’infezione principalmente delle vie aeree superiori, delle tonsille e dei denti, ma anche da patologie reumatiche, radiazioni ionizzanti, agenti chimici o fisici e medicinali. Le più comuni sono quelle che hanno un’origine infettiva virale, ma anche batterica come nel caso di Staphylococcus aureus e Corynebacterium diphteriae o protozoaria; si possono avere anche miocarditi provocate da spirochete (nella malattia di Lyme, da Borrelia burgdorferi) e da virus dell'immunodeficienza umana acquisita, HIV. Il quadro clinico è ampio e vario si ha inizialmente una condizione asintomatica, che va incontro a palpitazioni e dolori in regione precordiale; poi c’è una modesta febbricola, tachicardia e aritmie ipercinetiche fino alla caduta della pressione arteriosa. a seconda della gravità del danno a carico del miocardio possono apparire più tardi segni di scompenso come epatomegalia, stasi alle basi dei polmoni, edemi alle caviglie. I cambiamenti anatomici sono rappresentati da focolai multipli e disseminati di sclerosi. L’andamento può essere influenzato dalla tempestività della diagnosi e dalle cure adatte, che determinano la distruzione dell'agente patogeno ove possibile con antibiotici e chemioterapici e nell'eliminare i focolai infettivi tonsillari e dentari, e nel riposo a letto per lungo tempo. Nella maggior parte dei casi la patologia si conclude in 4-6 settimane; in un numero imprecisabile di casi, invece, evolve in una cardiomiopatia dilatativa cronica.
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