La SARS (dall'inglese, severe acute respiratory syndrome, sindrome respiratoria severa acuta) è una polmonite interstiziale. A differenza di altre polmoniti che sono alveolari, la SARS colpisce il tessuto fra un alveolo e l'altro, ostacolando gli scambi gassosi con il sangue.
I sintomi - Come per tutte le patologie, non basta una vaga somiglianza con i sintomi della SARS per allarmarsi inutilmente. I sintomi sono abbastanza chiari:
febbre sopra i 38 °C
tosse secca e difficoltà a respirare
A questi possono associarsi mal di testa, malessere, inappetenza ecc. È importante però capire che non sono questi sintomi secondari che devono allertare (sono comuni a moltissime patologie, anche banali), ma i due sintomi principali.
Il contatto con malati o permanenza nelle zone dove la SARS è stata rilevata aumenta notevolmente il sospetto di aver contratto la patologia.
Il responsabile - La causa è stata identificata in un Coronavirus (il nome deriva dalla corona formata dalle proteine sulla superficie del virus, corona che serve per agganciarsi alle cellule aggredite); a questa famiglia appartengono anche i virus responsabili del comune raffreddore e di alcune forme di gastroenterite. Si tratta di un Rna virus (una sola catena virale di acido ribonucleico); questi virus possono evolvere e commettere errori di copiatura nella fase di duplicazione e possono anche cambiare il materiale genetico.
Il contagio - Il periodo di incubazione varia fra 1 e 11 giorni. Attualmente si pensa alla trasmissione per contatto (secrezioni respiratorie, contatto con la pelle o oggetti di un malato che poi arrivi alla bocca, al naso o agli occhi senza che ci si sia lavati le mani) o a quella aerea come quelle più probabili; meno accreditata, ma degna di nota, quella da animali (scarafaggi). Contrariamente alle ipotesi iniziali, il virus sembra possa resistere su superfici plastiche a temperatura ambiente oltre 24 ore. La mascherina di protezione è consigliata solo al personale medico (modello monouso N95), ma non è certo il grado di protezione che può offrire (per averlo massimo occorrerebbe usare maschere antigas o almeno quelle antiamianto, come consigliato dalle autorità australiane). Come disinfettante l'OMS ha segnalato l'efficacia della normale candeggina (ipoclorito di sodio).
La mortalità - Partita dalla Cina, si è estesa a Honk Kong e ad altri paesi dell'Estremo Oriente. Nell'epidemia del 2003 (terminata a fine giugno) sono stati colpiti oltre 35 gli Stati. La percentuale di mortalità è aumentata (per una migliore identificazione della malattia) dall'originario 3% fino ad assestarsi sul 10-13% (oltre 800 decessi) con un picco del 50% per i pazienti con oltre 60 anni. Non esiste ancora un test per la diagnosi e non esiste una cura specifica.
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