Le sindromi dell'occhio secco sono disturbi causati dalla diminuzione quantitativa e qualitativa delle lacrime (ipolacrimia). Di conseguenza il tessuto superficiale dell'occhio perde la protezione garantita abitualmente dal film lacrimale. Le lacrime infatti, oltre a lubrificare la superficie oculare (proteggendola dal continuo sfregamento con la parte interna della palpebra) e a detergere i corpi estranei che possono raggiungerla, contengono anche anticorpi e lisozima, sostanze con un elevato potere battericida; una carenza di queste protezioni lascia perciò l'occhio molto più indifeso rispetto ad aggressioni normalmente innocue da parte di germi e altri elementi patogeni.
Si distinguono due tipi di sindrome dell'occhio secco: quelle primarie (si tratta della manifestazione a livello oculare di una patologia autoimmune che colpisce tutto l'organismo, come il lupus eritematoso sistemico) e quelle secondarie (causate da diverse patologie, come blefariti e congiuntiviti, o abitudini, come l'uso delle lenti a contatto, l'assunzione di farmaci, l'uso di colliri). I sintomi tipici della patologia sono un'irritazione e un bruciore costanti agli occhi, la sensazione di presenza di sabbia e corpi estranei, fotofobia, dolori e annebbiamento visivo. A lungo andare si possono sviluppare ulcerazioni che compromettono la funzionalità visiva.
In ogni caso è necessario mantenere l'occhio umido ricorrendo alle lacrime artificiali, scegliendo però le confezioni monodose che sono prive di conservanti chimici i quali, a lungo andare, possono rivelarsi controproducenti.
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