Possibile svolta nella lotta alla malaria. Uno studio apparso su Nature Communications segnala l'esistenza di un parassita - Microsporidia MB - in grado di rendere le zanzare immuni al Plasmodium, l'altro parassita che causa la malaria nell'uomo.
La scoperta è di ricercatori dell'International Centre of Insect Physiology and Ecology di Nairobi, e se confermata potrebbe davvero rivoluzionare l'approccio alla malattia. In prospettiva si potrebbe eliminare direttamente il Plasmodium nel suo vettore naturale, prima che infetti l'uomo.
Il Plasmodium viene iniettato dalle zanzare nell'organismo umano, dove matura e produce gameti. Questi, una volta risucchiati dalla puntura di una nuova zanzara, ricominciano il ciclo di riproduzione infettando un altro ospite umano. Ne consegue che la malaria non ha possibilità di diffondersi senza il tramite delle zanzare.
Per contrastare la malattia, finora, si è ricorsi a prodotti repellenti o all'eliminazione degli insetti, quando possibile. La via del vaccino si è rivelata più ostica del previsto. Diversi tentativi sono alla fine naufragati per la scarsa efficacia dimostrata sul campo. Questa ricerca propone invece un approccio inedito, l'utilizzo di un altro parassita a complicare la vita del Plasmodium. I ricercatori hanno scoperto che Microsporidia MB vive nel 5% circa delle zanzare. In questo sottogruppo di insetti non c'è traccia di Plasmodium.
In una serie di esperimenti, i ricercatori hanno prima infettato le zanzare con il microorganismo, poi esposto le stesse al sangue di donatori umani affetti da malaria.
Le zanzare hanno mostrato immunità nel 100% dei casi. Gli scienziati africani ipotizzano che l'infezione da Microsporidia MB rappresenti una sorta di vaccino per gli insetti, che a successivo contatto con il Plasmodium reagiscono più efficacemente evitandone la replicazione.
Microsporidia MB non rappresenta rischi per l'ecosistema, tanto che i ricercatori stanno studiando la modalità migliore per la sua diffusione, possibile sia attraverso il rilascio di spore nelle aree da bonificare, sia infettando esemplari maschi di zanzara che trasmetteranno poi il microorganismo alle loro compagne. Raggiunto il 40% di diffusione fra gli insetti, il rischio di contrarre la malaria si azzererebbe.
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