Le cure palliative nelle malattie croniche

Semplici interventi per migliorare la qualità di vita

Due studi pubblicati su Jama mostrano i possibili benefici derivanti da cure palliative per i pazienti affetti da Bpco, insufficienza cardiaca, malattia polmonare interstiziale (ILD), demenza e insufficienza renale.
A causa di una sottorappresentazione negli studi clinici, spesso questi pazienti non ricevono questo tipo di assistenza.
Il primo studio si concentra sull'intervento di teleassistenza chiamato ADAPT, che attraverso il telefono ha portato a miglioramenti persistenti nei livelli di depressione, ansia e nella qualità di vita di veterani che soffrivano di una scarsa qualità di vita a causa di malattie croniche.
Il team, guidato da David Bekelman della University of Colorado, ha analizzato l'impatto del programma attraverso il quale infermieri e assistenti sociali sottoponevano ai partecipanti domande strutturate, e poi discutevano le risposte con un team di medici, per determinare il modo migliore per affrontare le preoccupazioni con chiamate di follow-up per monitorare i progressi.
Il programma ha mostrato miglioramenti precoci e significativi nei pazienti affetti da Bpco, scompenso cardiaco o ILD. Il secondo studio, firmato da Kate Courtright della University of Pennsylvania, ha concluso che prenotare una visita di cure palliative per “impostazione predefinitaâ€, tramite un ordine automatico programmato nella cartella clinica elettronica che i medici possono annullare se lo desiderano, è una strategia efficace per dare a più pazienti ricoverati l'opportunità di beneficiare di tale prestazione.
Allo studio hanno preso parte oltre 34.000 pazienti con Bpco, demenza o insufficienza renale. Dai risultati emerge che l'impostazione ha aumentato i tassi di consulto per cure palliative dal 16,6% al 43,9%, riducendo il tempo necessario per il consulto di 1,2 giorni. Il programma non ha impattato in maniera negativa sulla durata della permanenza dei pazienti in ospedale, anzi quelli che hanno ricevuto il consulto hanno beneficiato di una riduzione della durata media della degenza del 9,6%.

Fonte: JAMA 2024. Doi: 10.1001/jama.2023.24035
Jama

18/01/2024 12:20:00 Andrea Sperelli


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