Trapianto di rene con un organo morto

Intervento riuscito su modello murino

Un team di ricerca statunitense è riuscito a trapiantare e a far funzionare un rene clinicamente “morto” e quindi non utilizzabile. Gli scienziati del Massachusetts General Hospital hanno prelevato un rene da un topo deceduto, hanno rimosso il tessuto superficiale e lo hanno rivestito con nuove cellule. Nel giro di due settimane le cellule hanno ripopolato la struttura assicurando il giusto apporto di sangue.
Una volta trapiantato in un topo vivo, il rene ha ricominciato a funzionare, producendo urina senza sanguinamenti. Il dott. Harald Ott, che ha coordinato la ricerca apparsa su Nature Medicine, commenta: “speriamo che un giorno la bioingegnerizzazione dei reni sia capace di fornire reni di rimpiazzo appartenenti allo stesso paziente. Se questo processo potrà essere riprodotto sulle dimensioni umane, i pazienti affetti da insufficienza renale potrebbero teoricamente ricevere nuovi organi usando le loro stesse cellule",
Si tratta di un approccio del tutto nuovo, caratterizzato dalla preservazione dell'organo originario che, rivestito di nuove cellule, può tornare alla vita ed essere trapiantato con successo su un nuovo paziente.
L'esperimento è soltanto l'inizio, in quanto le prestazioni offerte dal nuovo rene trapiantato su modello murino erano comunque inferiori a quelle garantite da un organo sano. Tuttavia, i ricercatori sono convinti della bontà dell'approccio, affermando peraltro che l'effetto possa essere legato all'immaturità delle cellule utilizzate per ripopolare la struttura dell'organo trapiantato.

Andrea Sperelli


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