Dagli ultimi studi clinici emerge il meccanismo d'azione particolare di guselkumab in caso di malattie croniche intestinali. Gli studi MODIF-Y in vitro dimostrano un meccanismo di legame differente di guselkumab rispetto a quello di risankizumab.
I risultati dimostrano che guselkumab è in grado di legarsi in modo dose-dipendente alle cellule mieloidi1 CD64+a, la causa principale di infiammazione intestinale provocata da IL-23.
"Questi dati forniscono nuove informazioni sul meccanismo d'azione di guselkumab e potrebbero contribuire allo sviluppo di nuovi trattamenti per le malattie infiammatorie croniche intestinali", ha dichiarato l'autore dello studio Raja Atreya, M.D., Senior Physician and Head of the Inflammatory Bowel Disease Unit, Outpatient Clinic, and Clinical Study Centre at the Erlangen University Hospital, Friedrich-Alexander-Universität Erlangen-Nrnberg, Erlangen. “È importante notare che questi dati dimostrano la capacità unica di guselkumab di legarsi alle principali cellule coinvolte nell'infiammazione, neutralizzando l'IL-23 nel microambiente tissutale locale in cui viene prodotto, suggerendo un miglioramento del funzionamento".
I risultati mostrano la capacità di guselkumab di avere un doppio legame che consente di legarsi simultaneamente con il CD64 neutralizzando così l'IL-23 alla fonte, differenziandolo all'interno della classe degli inibitori IL-23p191. Risankizumab mostra invece una capacità di legame trascurabile con le linee cellulari transfettate che esprimono i ricettori Fcγ (FcγRs) incluso il CD641. Entrambe le terapie mostrano un'affinità di legame comparabile per l'IL-23 e un'efficacia equivalente nell'inibizione dell'IL-23.
“I risultati del nostro studio dimostrano l'impegno di Janssen nella scienza molecolare di base e nello sviluppo di terapie che possano aiutare a rispondere agli unmet needs dei pazienti”, ha dichiarato Dan Cua, Ph.D., Vice President, IL-23 Distinguished Fellow, Immunology, Janssen Research & Development. "Continuiamo a studiare il meccanismo d'azione di guselkumab per comprendere meglio le differenze di funzionamento rispetto agli altri inibitori dell'IL-23, così come le crescenti complessità delle malattie immuno-mediate come le malattie infiammatorie croniche intestinali, in modo che gli operatori sanitari abbiano una varietà di opzioni terapeutiche da poter prendere in considerazione".
Attualmente, guselkumab è sotto indagine come possibile trattamento per la malattia di Crohn e la colite ulcerosa.
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