Sottopeso e obesità aumentano il rischio di emicrania. A dirlo è uno studio pubblicato su Headache: The Journal of Head and Face Pain da un team della Teheran University of Medical Sciences.
La revisione ha preso in esame 41 studi osservazionali per un totale di 792.500 partecipanti, concludendo che rispetto alle persone che avevano un indice di massa corporea (Bmi) normale quelle che invece erano sottopeso oppure obese avevano un rischio maggiore di emicrania.
Indizi meno certi sono emersi per l'eventuale associazione fra Bmi e rischio di altri sottotipi di disturbi relativi alla cefalea primaria.
"I risultati - concludono gli autori - supportano la raccomandazione secondo la quale un indice di massa corporea normale è associato a un minor rischio di emicrania e che la prevenzione di questo disturbo può trarre vantaggio dal controllo del peso".
Intanto, con il lento scivolare dell'estate e l'avvicinarsi dell'autunno si complicano le cose per chi soffre di emicrania. A suggerirlo è una ricerca pubblicata su Headache da un team dell'Università di Danzica.
In autunno e poi di nuovo in primavera - quindi in corrispondenza coi cambi di stagione - aumenta in maniera esponenziale il numero di ricerche su Internet relative all'emicrania e al mal di testa.
In Europa ci sono 41 milioni di persone che soffrono di emicrania, malattia 3 volte più frequente fra le donne. In Italia i soggetti interessati sono circa 6 milioni, il 12% della popolazione.
Seconda causa di disabilità nel mondo, l'emicrania colpisce soprattutto fra i 35 e i 45 anni, nella fascia d'età più produttiva.
Lo studio polacco ha indagato sul rapporto fra ricerche su Internet e stagionalità della malattia. I ricercatori hanno analizzato 10 anni di dati della piattaforma Google Trends relativi a 31 paesi europei usando come parole chiave cefalea, emicrania, cefalea tensiva.
Le ricerche con parola chiave “cefalea” raggiungono un picco a ottobre, febbraio e novembre e un minimo a luglio. Il termine “emicrania” ha il suo picco a novembre e il punto più basso a luglio.
"L'attenzione del pubblico per gli argomenti legati alla cefalea su Internet - sottolineano gli autori del lavoro - è distribuita secondo una tendenza significativa di aumento delle ricerche in primavera e in autunno. Ciò suggerisce che un gran numero di pazienti può sperimentare un certo livello di variazione stagionale nella frequenza delle proprie cefalee. È necessario valutare se a tali variazioni temporali corrispondano anche delle variazioni stagionali nella pratica clinica", concludono i ricercatori polacchi.
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