Uno studio apparso su Jama Ophthalmology rivela un'associazione fra uso di calcioantagonisti e glaucoma. Chi assumeva il farmaco mostrava infatti una probabilità maggiore del 39% di sviluppare il disturbo.
L'uso dei farmaci per bloccare i canali del calcio risulta associato anche a riduzioni di alcuni spessori retinici.
«L'uso di calcioantagonisti è stato associato a un aumento del rischio di glaucoma in studi esplorativi. Abbiamo voluto approfondire l'associazione tra l'uso sistemico di calcioantagonisti e il glaucoma», spiega Alan Kastner, della Clinica Oftalmologica Pasteur di Santiago, primo autore del lavoro.
Il campione oggetto di studio era formato da partecipanti alla UK Biobank con dati completi sullo stato del glaucoma, la pressione intraoculare e lo spessore dello strato retinico interno derivato dalla tomografia a coerenza ottica (OCT).
L'uso di calcioantagonisti è stato valutato tramite un questionario e confermato durante un'intervista condotta da un infermiere qualificato. Le misure di esito primario includevano lo stato del glaucoma, la IOP corneale compensata e due parametri di spessore retinico interno derivati dall'OCT (strato di fibre del nervo retinico maculare [mRNFL] e spessori di strato plessiforme interno delle cellule gangliari maculari [mGCIPL]).
Allo studio hanno partecipato 427.480 adulti, di cui 33.175 assumevano calcioantagonisti. Dopo aggiustamento per fattori chiave sociodemografici, medici, antropometrici e per lo stile di vita, l'uso di calcioantagonisti, ma non di altri agenti antipertensivi, è stato associato a maggiori probabilità di glaucoma, a spessori mGCIPL e mRNFL più sottili, ma non a una riduzione di IOP. «La mancanza di associazione tra l'uso dei calcioantagonisti e la pressione intraoculare suggerisce che potrebbe essere coinvolto un meccanismo di neurodegenerazione glaucomatosa indipendente dalla pressione intraoculare. Sebbene non sia stata stabilita una relazione causale, si può prendere in considerazione la sostituzione o la sospensione dei calcioantagonisti nel caso in cui il glaucoma dovesse progredire nonostante una terapia ottimale», concludono gli autori.
Fonte: JAMA Ophthalmology 2023. Doi: 10.1001/jamaophthalmol.2023.3877
Jama Ophthalmology
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