Non più solo ossa, ma anche cervello. Secondo uno studio pubblicato su The Lancet Regional Health da un team dell'Edit Cowan University di Joondalup, la densitometria - anche nota come Moc - potrebbe individuare l'eventuale presenza di placche di calcio a livello dell'aorta addominale facilitando la diagnosi precoce di Alzheimer.
Allo studio hanno preso parte 958 donne con oltre 70 anni sottoposte a densitometria ossea nel 1998. Grazie all'esame è possibile verificare le eventuali calcificazioni dell'aorta addominale, oltre che la quantità di calcio e fosforo presente nell'osso. L'aorta addominale è il tratto della più importante arteria del nostro corpo che parte dal diaframma e permette al sangue di raggiungere i tessuti e gli organi dell'addome e della pelvi.
Secondo i ricercatori, la presenza moderata o estesa di calcificazioni rappresenta un indicatore delle probabilità di sviluppare una malattia neurodegenerativa nei quindici anni successivi.
A questo va aggiunta la valutazione di altri due fattori di rischio noti per l'insorgere di una demenza, ovvero quello cardiovascolare e la presenza di una specifica mutazione del gene dell'apolipoproteina E, l'insidia più importante per l'insorgenza della malattia di Alzheimer.
"C'è un adagio che recita: ciò che è buono per il tuo cuore, lo è anche per il cervello", afferma Simon Laws, direttore del centro per la medicina di precisione all'Università di Joondalup e autore della ricerca. "Il nostro studio conferma l'esistenza di questo link e ribadisce quanto sia importante modificare alcune scelte, da quelle alimentari all'attività fisica, per prevenire una serie di malattie croniche".
“Abbiamo un elemento in più per indurre le persone a modificare il proprio stile di vita", commenta Joshua Lewis, docente di salute cardiometabolica al'Edit Cowan University.
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