Impotenza addio grazie alle protesi peniene

Intervento mininvasivo e altamente efficace

Bastano 20 minuti per riconquistare una vita sessuale soddisfacente. Ad assicurarlo è Gabriele Antonini, che lavora presso il Dipartimento di Urologia "U. Bracci" del Policlinico Umberto I, in occasione del simposio internazionale Penile Prosthesis Rome 2016 che si tiene a La Sapienza di Roma.
Le cause della disfunzione erettile possono essere tante, dalle conseguenze di una chirurgia oncologica a malattie come il diabete o che colpiscono in maniera specifica il pene.
La protesi, costituita da componenti cilindriche in cui viene pompata soluzione fisiologica, può restituire una sessualità normale.
Ora c'è anche una nuova tecnica minimamente invasiva che si effettua in pochi centri in Europa, fra cui l'Istituto Neurotraumatologico Italiano di Grottaferrata.
«L'innovazione di questa nuova tecnica, definita Minimally Invasiveness Penile Prostheses Implant, che utilizza protesi peniene idrauliche tricomponenti, risiede nel posizionamento di tutti i componenti della protesi», spiega il dott. Patrizio Vicini (urologo e andrologo INI) coadiuvato dal dott. Stefano Di Nicola (urologo INI). «Si effettua una “minima” incisione infrapubica alla base del pene di circa 2,5 cm - precisa il dott. Vicini - con dilatazione “minima” dei corpi cavernosi per l'impianto della protesi peniena idraulica e successivo posizionamento di pompa scrotale e drenaggio senza incisione dello scroto e quindi con bassa incidenza di ematomi scrotali. L'intervento è estremamente rapido con durata abbondantemente al di sotto di un'ora».
«La riduzione di tempi operatori e la ridotta incidenza di ematomi scrotali, continua l'andrologo di INI Grottaferrata, riducono sensibilmente il rischio di infezione protesica. Evenienza quest'ultima che in genere richiede l'espianto della protesi stessa e quindi il fallimento dell'intervento stesso. Tra gli altri vantaggi si ha un più rapido recupero funzionale, una precoce attivazione della protesi stessa, assenza dei tubicini dei raccordi palpabili, ottimi risultati estetico-funzionali».
Sull'utilizzo di tale procedura è attualmente in corso uno studio multicentrico nazionale, cui INI Grottaferrata partecipa insieme all'Università di Roma “La Sapienza”. Inoltre, grazie alla caratteristica di essere mini-invasiva è stata pubblicata sulla più importante rivista americana di andrologia ossia il Journal of Sexual Medicine e diffusa dal Professor Paul Perito - Coral Gables Hospital - Miami- Florida.
Tale procedura può essere effettuata oltre che in pazienti affetti da Deficit Erettile secondario a chirurgia pelvica per tumore prostatico o secondario ad altre patologie organiche (Diabete Mellito, Dislipidemia, Ipertensione Arteriosa), anche nei pazienti con pene curvo secondario alla Malattia di La Peyronie o Induratio Penis Plastica.
Il dott. Patrizio Vicini dal 2014 è tra i chirurghi impiantatori del Progetto Protesica - Registro nazionale dei Centri di eccellenza italiani di Implantologia Protesi Peniene - Società italiana di Andrologia e fa parte dell'équipe urologica di INI Grottaferrata di cui è responsabile il dott. Ferdinando De Marco.
Il tumore alla prostata rappresenta oggigiorno uno dei tumori con più alta incidenza e mortalità nell'individuo di sesso maschile. Se diagnosticato precocemente può essere curato con l'intervento di prostatectomia radicale con tecnica open o laparoscopica, procedura che tuttavia salva la vita ma ne altera la qualità potendo determinare infatti in un'alta percentuale di casi un deficit erettile e incontinenza urinaria.
Una volta superato l'aspetto oncologico del tumore alla prostata ossia raggiunto il target della sopravvivenza libera da malattia, ci si deve soffermare sull'aspetto psicologico e sulla qualità della vita sessuale del paziente, non rinunciando a una vita sessuale attiva e soddisfacente, possibile spesso e in modo quasi naturale con l'utilizzo della protesi peniena idraulica tricomponente.
«Bisogna sfatare un falso mito o tabù, dichiara il dott. Vicini: la maggior parte degli uomini crede che la protesi peniena sia un qualcosa di esterno all'organismo, con la famosa pompetta visibile a occhio nudo. Al contrario questo tipo di impianto è interno al pene, completamente occultabile e non visibile e simula perfettamente erezione e flaccidità al bisogno».
La chirurgia protesica, specialmente con tale tecnica innovativa, è in grado di restituire un'erezione valida, anche in età avanzata, migliorando la vita sessuale del paziente senza la necessità di ricorrere ai farmaci e conservandone una naturale spontaneità, senza limite temporale, senza alterazione della sensibilità e senza alterazione dell'eiaculazione e dell'orgasmo.
Da vari studi emerge altresì che ben oltre il 90% dei pazienti operati è soddisfatto dell'intervento, con alta percentuale di gradimento anche dei partner.
«La chirurgia protesica, conclude l'andrologo di INI Grottaferrata, dovrebbe per tale motivo avere una maggiore diffusione ed essere effettuato di routine con costi a carico del SSN specialmente nei pazienti operati per tumore della prostata, analogamente a quanto avviene nelle donne mastectomizzate per tumore al seno in cui vengono impiantante le protesi mammarie».

14/11/2016 10:45:00 Arturo Bandini


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