Il parto cesareo dovrebbe essere un'opzione di garanzia per le donne incinte che incontrano difficoltà a partorire. Spesso si trasforma invece nella scelta del “male minore†per evitare il travaglio. Una scelta che sembra avere delle conseguenze, tuttavia. Secondo uno studio dell'Università di Edimburgo, infatti, i bambini che nascono da parto naturale mostrano un microbiota più efficiente e una migliore risposta ai vaccini.
"Nelle prime settimane di vita la nascita vaginale è associata a un'abbondanza di colonizzazioni di Bifidobacterium ed Escherichia coli, che a loro volta offrono una protezione innata contro i pneumococchi e meningococchi e una migliore risposta ai vaccini di routine", si legge sulle pagine di Nature Communications dove il team guidato dalla prof.ssa Debby Bogaert ha pubblicato la propria ricerca.
I ricercatori hanno esaminato il microbioma intestinale di 167 bambini fra i 12 e i 18 mesi di vita, analizzando le risposte anticorpali ai vaccini pneumococcici e meningococcici. I bambini nati con parto naturale avevano risposte anticorpali IgG in media di 1,7 volte maggiori dopo i vaccini.
"La vaccinazione nella prima infanzia salva milioni di vite ogni annoâ€, ricorda la professoressa Bogaert. “La protezione indotta dal vaccino è mediata da una combinazione di immunità innata, umorale e cellulare ed è spesso quantificata misurando i titoli anticorpali antigene-specifici. La risposta anticorpale può però limitare l'efficacia del vaccino, lasciando alcuni bambini non protetti contro gravi malattie infettive, anche se completamente vaccinati. I fattori che influenzano le risposte al vaccino vanno dalla genetica, al peso alla nascita, al tipo di alimentazione. E ora sappiamo che anche il parto può indurre delle differenze di immunogenicità ".
La miglior combinazione per la flora intestinale dei bambini è quella formata da parto vaginale e allattamento al seno, che mostra una presenza di anticorpi specifici fino a 3,5 volte superiore.
Con l'allattamento artificiale si scende a 2 mentre anche solo un ciclo di antibiotici può ridurre drasticamente anche i batteri buoni che aumentano le nostre difese immunitarie.
"Il periodo in cui abbiamo identificato le associazioni tra la composizione del microbiota intestinale e le risposte al vaccino copre i primi 100 giorni di vita, quando la maturazione immunitaria è maggiormente influenzata dal microbiota intestinale: in quella fase, la colonizzazione batterica guida la maturazione delle cellule B che avranno un effetto duraturo anche sull'immunità adattativa anche oltre l'infanzia".
La ricerca non ha fornito prove sufficienti per dimostrare anche l'eventuale effetto negativo degli antibiotici sulla risposta al vaccino, anche se ha evidenziato come i bambini nati pretermine - che in genere ricevono un trattamento antibiotico nelle prime settimane di vita - tendano a generare livelli di anticorpi più bassi rispetto a chi è nato dopo le canoniche 38 settimane di gestazione.
"Incorporare le risposte anticorpali alla vaccinazione come parametro nelle future sperimentazioni sul microbiota nella prima infanzia potrebbe offrire opportunità per valutare gli esiti benefici del sistema immunitario mediato dai microbiâ€, conclude la fisiopatologa. “Una migliore comprensione di questi fattori che guidano la maturazione immunitaria e l'immunogenicità sarà fondamentale per migliorare le prestazioni dei vaccini e combattere le malattie infettive del futuro".
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