Una nuova tecnica, messa a punto al Gemelli, consente di asportare in maniera mininvasiva noduli tumorali polmonari nelle primissime fasi di sviluppo, con caratteristiche che non li rendono riconoscibili all'occhio del chirurgo, in quanto, molto piccoli, ancora poco densi e dunque non distinguibili dal tessuto polmonare normale.
“Si tratta di una tecnica - spiega la dottoressa Maria Teresa Congedo docente di Chirurgia Toracica all'Università Cattolica e medico della UOC di Chirurgia Toracica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, diretta dal professor Stefano Margaritora, Professore Ordinario di Chirurgia Toracica all'Università Cattolica oltre che Direttore della UOC stessa - che abbiamo messo a punto noi chirurghi toracici, al professor Roberto Iezzi Professore Associato di Radiologia presso l'Università Cattolica e direttore della UOC di Radiologia d'Urgenza ed Interventistica della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS e al dottor Andrea Contegiacomo della Radiologia d'Urgenza e Interventistica - che consiste nel far precedere l'intervento vero e proprio, dal posizionamento di una spirale metallica (microcoil) sotto guida TAC, all'interno di questi noduli polmonari fortemente sospetti per essere lesioni tumorali in fase iniziale; si tratta di lesioni sfumate, soffici al tatto e molto piccole (in genere sotto il centimetro); per queste caratteristiche non sono distinguibili dal parenchima polmonare sano all'ispezione diretta. Questi noduli differiscono dai noduli polmonari tumorali maturi che sono invece palpabili e immediatamente riconoscibili dall'occhio del chirurgoâ€.
Per questo motivo, i chirurghi toracici hanno deciso di chiedere aiuto ai radiologi interventisti per marcare queste lesioni sospette con un repere metallico, una spiralina, in modo da renderle visibili durante l'intervento chirurgico, che può essere effettuato con tecnica mini-invasiva endoscopica (toracoscopica). In una prima fase, i radiologi interventisti posizionano il microcoil nel nodulo, dall'esterno, sotto guida TAC. Successivamente il paziente viene operato dai chirurghi toracici. “L'asportazione del nodulo con tecnica toracoscopica - spiega la dottoressa Congedo - viene effettuata con il paziente in anestesia generale; dopo aver praticato un'incisione di 3 cm sulla parete del torace, si inserisce una piccola videocamera, che consente di visualizzare il marcatore, posizionato in precedenza dai radiologiâ€. In questo modo il chirurgo va ad asportare solo il nodulo sospetto, preservando il tessuto polmonare sano. E il paziente può andare a casa dopo appena due giorni perché i tempi di recupero sono rapidissimi.
“Abbiamo iniziato a operare con questa tecnica nel 2019 - ricorda la dottoressa Congedo - continuando poi a perfezionarla nel tempo. Lo scorso ottobre abbiamo presentato una comunicazione sulla nostra casistica di oltre 100 interventi, nel corso del congresso della Società Italiana di Chirurgia Toracica, ricevendo il premio per la migliore relazione della sezione chirurgia toracica mini-invasiva. Questa tecnica ci consente di operare lesioni che tecnicamente sarebbe impossibile operare in quanto non visibili all'occhio del chirurgo o della videocamera e garantisce dunque un miglior esito per il paziente, trattandosi di un intervento effettuato in fase precocissimaâ€.
“La Chirurgia Toracica del Gemelli - ricorda il professor Stefano Margaritora - rappresenta un centro di riferimento nazionale ed europeo per la chirurgia uniportale, tecnica che prevede la possibilità di effettuare un intervento chirurgico di resezione polmonare attraverso un'incisione cutanea di 3 cm. Per offrire una possibilità di consulto specialistico in tempi rapidi, in caso di nodulo polmonare sospetto, lo scorso anno abbiamo inaugurato al Gemelli un ambulatorio dedicato.
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