In presenza di calcoli renali va considerata come migliore opzione terapeutica l'ureteroscopia. A dirlo sono i ricercatori della Duke University di Durham, in North Carolina, che hanno pubblicato su Jama Surgery il resoconto di uno studio comparativo fra questa tecnica e la litotripsia con onde d'urto, i due metodi più utilizzati per la rimozione dei calcoli renali.
«Negli Stati Uniti circa una persona su dieci soffre di calcoli renali, con una spesa che supera i dieci miliardi di dollari l'anno. E nella continua ricerca di miglioramento dell'efficienza del sistema sanitario, ridurre il peso economico e la frequenza dei trattamenti ripetuti ci sembrava un buon punto di inizio», spiega Charles Scales, professore associato di chirurgia alla Duke.
Gli scienziati dell'ateneo statunitense hanno analizzato i dati di quasi 48mila pazienti ricoverati in pronto soccorso o sottoposti a procedure urgenti di rimozione di calcoli renali tra il 2002 e il 2010. «Circa metà dei pazienti hanno ricevuto la litotripsia, un approccio non invasivo che usa onde pressorie per rompere i calcoli in piccoli pezzi che vengono espulsi in modo indolore». L'altra metà dei pazienti è stata trattata con l'ureteroscopia, una tecnica mininvasiva che utilizza un laser per la frammentazione dei calcoli e un piccolo cestino per la loro rimozione.
«Entro 120 giorni della procedura iniziale è stato necessario avviare a un secondo trattamento l'11% dei pazienti sottoposti a litotripsia extracorporea con onde d'urto, ma meno dell'1% di chi aveva subito l'ureteroscopia», riprende Scales. «I risultati dello studio aprono nuove prospettive, dato che la maggior parte delle ricerche pubblicate sull'efficacia delle procedure è stata condotta anni fa, quando entrambe le tecniche muovevano i primi passi».
Negli ultimi anni, infatti, l'ureteroscopia è migliorata nettamente grazie all'introduzione di nuove ottiche e di tecnologie laser più efficaci, il che ha favorito peraltro un abbattimento dei costi. Secondo le stime, negli Stati Uniti si pagano circa 700 dollari per la litotripsia e 400 per l'ureteroscopia.
L'urologo dell'Università di Washington a Seattle, John Gore, commenta: «l'opportunità di sottoporsi onda a l'una o all'altra procedura deve essere attentamente valutata: molti ritengono che la tecnica migliore sia in ogni caso la meno invasiva, ma il successo dell'intervento dipende anche dalle caratteristiche del paziente nonché dalle dimensioni e dalla composizione dei calcoli».
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