Il virus A/H5N1 potrebbe subire una mutazione radicale e acquisire la capacità di diffondersi fra gli uomini, causando una possibile trasmissione su larga scala. Lo dicono gli esperti di European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) e European Food Safety Authority (Efsa).
"A oggi, il virus A/H5N1 del clade 2.3.4.4b attualmente circolante ha causato solo pochi casi di infezione umana", spiegano le agenzie. "Tuttavia, l'elevato numero di infezioni ed eventi di trasmissione tra diverse specie animali aumenta la probabilità del riassortimento virale e/o dell'acquisizione di mutazioni che potrebbero migliorare la capacità dei nuovi virus influenzali emergenti di infettare, replicarsi e trasmettersi in modo efficiente a e tra i mammiferi”.
“Il virus ha già dimostrato la capacità di compiere alcuni passi evolutivi verso l'adattamento ai mammiferi", specificano Ecdc ed Efsa. Già ora si moltiplica in maniera più efficace nelle cellule di mammifero e riesce a eludere alcune componenti della risposta immunitaria. Sembra anche in grado di combinarsi con altri virus circolanti, caratteristica che potrebbe dargli un vantaggio nella diffusione fra i mammiferi. Si sono già verificate piccole epidemie fra gli animali di compagnia come i gatti. Al momento, tuttavia, non esistono prove di trasmissione da mammifero a mammifero né ci sono evidenze di una maggiore capacità infettiva nell'uomo.
In caso di trasformazione del virus, l'uomo sarebbe particolarmente vulnerabile a questo tipo di virus. “Gli anticorpi neutralizzanti contro i virus l'A/H5 sono rari nella popolazione umana, poiché l'H5 non è mai circolato negli esseri umani. Ciò significa che qualsiasi virus A/H5 trasmissibile, con un numero di riproduzione di base (R0) superiore a 1, si diffonderà”. Al momento, comunque, il rischio di infezione per la popolazione generale è basso malgrado l'alto numero di infezioni nei volatili.
“È invece da basso a moderato per coloro che sono esposti professionalmente o in altro modo ad animali infetti da influenza aviaria. Tuttavia, non possono essere escluse future trasmissioni sporadiche dagli animali all'uomo e malattie gravi correlate negli individui”, avvertono Ecdc ed Efsa che invitano ad alzare la guardia: “negli allevamenti, la biosicurezza dovrebbe essere rafforzata”.
È necessario “limitare l'esposizione dei mammiferi, compreso l'uomo, intensificare “la sorveglianza sugli animali e sull'uomo, insieme all'analisi genomica e alla condivisione dei dati di sequenza”, concludono gli esperti.
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