Lo scrolling compulsivo di brevi video sulla famosa piattaforma cinese Tik Tok ha l'effetto di mettere a rischio la salute mentale dei più giovani. A dirlo è uno studio dell'Universitat Oberta de Catalunya e dell'Università Pompeu Fabra pubblicato su Nature.
A rendere peculiare la piattaforma è il suo utilizzo prettamente passivo. L'interazione fra gli utenti è ridotta ai minimi termini e la fruizione si limita alla visione continua dei video, aspetti che ne rendono interessante l'analisi alla scoperta delle conseguenze sulla salute umana.
I ricercatori hanno raccolto le interviste di 1.000 ragazzi fra i 12 e i 18 anni esaminandone la loro autopercezione del benessere digitale, cioè lo stato di equilibrio ottimale fra tempo trascorso online e benessere cognitivo ed emotivo.
Oltre la metà degli intervistati trascorre più di un'ora al giorno su Tik Tok, oltre il 35% supera l'ora e mezza e oltre il 20% le due ore. Le ragazze ne fanno un uso più massiccio dei ragazzi (25% contro 15%).
Il dato davvero interessante riguarda la percezione del loro benessere digitale, in netto contrasto con il tempo trascorso sul social. Su una scala da 1 a 5, valutano la loro capacità di porre limiti al loro tempo di consumo in media a 3,22; la loro resilienza emotiva ai contenuti che hanno guardato a 3,31 e la loro capacità di generare connessioni sociali e comunità a 3,64.
Tuttavia, pare esserci un rapporto proporzionalmente inverso fra il tempo trascorso sulla piattaforma e la capacità di porsi dei limiti di utilizzo. Chi guarda i video più di 2 ore al giorno valuta la sua capacità di stabilire limiti a 2,93 su 5, mentre chi sta online meno di un'ora la valuta come 3,33.
Il dato migliora man mano che il tempo di esposizione diminuisce: 3,47 per chi ha una fruizione inferiore alla mezz'ora e 3,53 per chi guarda meno di 10 minuti. L'uso compulsivo di Tik Tok e di You Tube è associato a un incremento della sensazione di noia, afferma un altro studio dell'Università di Toronto, pubblicato sul Journal of Experimental Psychology: General.
Si realizza pertanto il paradosso secondo cui il motivo per cui si accede a una di queste piattaforme, ovvero superare la noia perché si è magari in fila o in attesa da qualche parte, è anche la conseguenza del suo utilizzo. Lo swipe up continuo genera altra noia, oltre a minacciare complessivamente la salute mentale dell'individuo. La noia cronica è infatti legata a sintomi depressivi, ansia, aggressività sadica e assunzione di rischi non ben valutati.
Secondo gli autori spagnoli, tuttavia, la soluzione radicale ipotizzata da alcuni, cioè vietare l'utilizzo di queste piattaforme, non è auspicabile. È necessario invece educare i più giovani a un uso moderato di queste app.
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