Le sostanze stupefacenti hanno effetti deleteri sull'organismo, questo è noto. Non molti però pensano con la dovuta attenzione ai danni al cuore causati dagli stupefacenti.
Il prof. Domenico Gabrielli - Presidente Fondazione per il Tuo cuore e Direttore Cardiologia dell'Ospedale San Camillo di Roma - ha dichiarato: “La presenza di un danno d'organo cardiaco che può rimanere a lungo asintomatico, dando la falsa impressione di essere sani, il fatto che il più delle volte il danno d'organo si sviluppa lentamente nel tempo senza dare particolari sintomi durante le assunzioni, la sottostima delle diagnosi di cardiopatie determinate o favorite dall'uso di sostanze psicoattive e il fatto che ci sia poca sensibilità, e molta reticenza a parlare, cosi come si dovrebbe, di queste tematiche contribuiscono alla erronea convinzione che le sostanze stupefacenti non facciano poi cosi tanto male al cuore e al nostro organismo. Tutte le principali droghe conosciute, cannabis compresa, hanno un effetto cardiotossico e possono determinare o favorire l'insorgenza vari tipi di patologie cardiovascolari, anche gravi o mortali.
Le sostanze stupefacenti infatti danneggiano le coronarie determinando ischemia cardiaca acuta o cronica e danneggiano direttamente il muscolo cardiaco provocando infiammazione (miocardite), dilatazione (cardiomiopatia dilatativa) o ispessimento (ipertrofia) del cuore. Condizioni queste, che se non diagnosticate e curate tempestivamente, possono portare a scompenso cardiaco.
Favoriscono inoltre l'insorgenza di vari tipi di aritmie, a volte letali e alterazioni della pressione arteriosa, della coagulazione e delle valvole cardiache”.
“La cocaina - continua il prof. Gabrielli - può favorire l'insorgenza di ogni tipo di patologia cardiaca e aumenta fino al 23% il rischio di infarto miocardico nelle prime ore dopo l'assunzione. L'uso non medico della cannabis è stato associato a un aumentato rischio di patologie cardio e cerebrovascolari. Il fatto che esista una cannabis utilizzata per scopi medici non significa che fumare marijuana non faccia male al cuore e alla salute. Anche il Fentanyl è un farmaco molto utilizzato in medicina, eppure negli USA l'uso non medico di oppioidi sintetici con effetti antidolorifici come il Fentanyl e derivati è un vero e proprio problema di salute sociale. Tali sostanze, magari acquistate anche per via illegale, hanno infatti aumentato la mortalità per arresto cardiorespiratorio (son stati stimati circa 75.000 decessi da oppioidi sintetici nel 2022 negli Stati Uniti) e costituiscono ora negli USA una tra le principali cause di morte nei soggetti giovani-adulti”.
“Quanto detto - sottolinea il dott. Francesco Ciccirillo - cardiologo, responsabile Ambulatorio D.A.H.D. (Drug Abuse Heart Diseases) U.O.C. Cardiologia- P.O. Vito Fazzi - ASL Lecce - dovrebbe portarci a considerare le sostanze psicoattive come un fattore di rischio cardiovascolare indipendente e aggiuntivo e a considerare il loro ruolo favorente sui sintomi e sulle malattie cardiovascolari riscontrate nella pratica clinica oltre che a portare avanti dei programmi di prevenzione adeguati volti a scongiurare la prima assunzione e l'uso anche ricreazionale di sostanze psicoattive.
Infatti il danno cardiovascolare si può instaurare non solo nel consumatore abituale (che rimane comunque a rischio più alto) ma anche in quello occasionale, a volte indipendentemente dalla quantità di sostanza assunta soprattutto se presente una particolare redisposizione genetica (non sempre nota) o altri fattori contingenti.
È difficile quantificare e prevedere il rischio di un danno cardiaco da droghe nel singolo individuo - continua il dott. Ciccirillo - in quanto l'effetto delle droghe può variare da soggetto a soggetto e perfino nello stesso soggetto, in base a dose, modalità, tempistica, durata di assunzione, tipo, purezza, quantità della sostanza e presenza o meno di altri fattori predisponenti. Le malattie cardiache da droghe possono manifestarsi in maniera acuta (generalmente temporalmente associata e proporzionale all'ultima dose assunta) e/o svilupparsi lentamente nel tempo, quindi, anche i soggetti che non hanno alcuna sintomatologia acuta dopo l'assunzione, se continuano ad assumere droghe, possono sviluppare nel tempo un danno cardiaco. Da qui l'importanza di smettere di assumere sostanze prima che il danno si manifesti o diventi irreversibile oltre che a sottoporsi e/o eseguire dei programmi di screening cardiologico in chi ha una storia di assunzione di sostanze psicoattive soprattutto se presenta un alto profilo di rischio cardiovascolare globale. “Per un'adeguata prevenzione delle malattie cardiache da sostanze psicoattive - conclude il dott. Ciccirillo - è importante anche conoscere e imparare a non sottovalutare i sintomi associati all'uso di sostanze per chiedere pronto aiuto medico. È fondamentale per esempio non trascurare il sintomo del dolore al petto in quanto può essere espressione di gravi patologie cardiorespiratorie acute. Dallo 0.7% fino al 6% di soggetti che arrivano in Pronto Soccorso per dolore toracico dopo uso di Cocaina ha un infarto cardiaco secondario a tale sostanza. Ugualmente è fondamentale riferire al medico se sono state assunte “sostanze” per evitare pericolose interazioni farmacologiche”.
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
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