Tumore del rene, cocktail aumenta la sopravvivenza

Cabozantinib e nivolumab efficaci insieme

Annunciati i risultati finali dello studio di Fase III CheckMate 9ER di cabozantinib in associazione a nivolumab rispetto a sunitinib nei pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato (aRCC) non precedentemente trattato.
I dati finali dimostrano un'efficacia superiore della combinazione rispetto a sunitinib per oltre cinque anni, aumentando la sopravvivenza e prolungando il tempo alla progressione del tumore, indipendentemente dalla classificazione del rischio basata sui punteggi dell'International Metastatic Renal Cell Carcinoma Database Consortium.
Con un follow-up mediano di 67,6 mesi per la sopravvivenza globale (OS), lo studio ha dimostrato che i benefici iniziali di sopravvivenza della combinazione cabozantinib e nivolumab si sono mantenuti rispetto a sunitinib, con un incremento assoluto mediano di OS di 11.0 mesi (46.5 mesi per la combinazione vs 35.5 mesi per sunitinib, rapporto di rischio [HR] 0.79, 95% intervallo di confidenza [CI] 95%: 0.65-0.96).
Inoltre, la combinazione ha dimostrato una riduzione del 42% del rischio di progressione di malattia o di morte, con una sopravvivenza libera da progressione mediana raddoppiata per la combinazione rispetto a sunitinib, 16.4 vs 8.3 mesi rispettivamente (HR 0.58, 95% CI: 0.49-0.70).
Il profilo di sicurezza è risultato in linea con quelli già noti dei singoli farmaci, con eventi avversi correlati al trattamento che si sono verificati nel 98% dei pazienti trattati con la combinazione rispetto al 93% di quelli trattati con sunitinib. Non sono emerse nuove segnalazioni di sicurezza.
“Nell'ultimo anno sono state stimate oltre 13.000 nuove diagnosi di carcinoma renale in Italia, un numero ancora molto elevato e che sottolinea la necessità di trovare opzioni terapeutiche sempre più innovative, in grado di cambiare il corso di questa neoplasiaâ€, afferma Chiara Marchesi, Medical & Regulatory Affairs Director Ipsen Italia. “I risultati dello studio CheckMate 9ER hanno contribuito in modo significativo alla trasformazione del panorama terapeutico del carcinoma a cellule renali negli ultimi anni. La combinazione di cabozantinib e nivolumab sta dimostrando significativi benefici a lungo termine per più di cinque anni, confermandosi così un trattamento standard che permette ai pazienti una maggiore sopravvivenzaâ€.
Nel 2022, sono stati diagnosticati più di 400.000 nuovi casi di tumore del rene a livello globale. Tra questi, il carcinoma a cellule renali (RCC) è il tipo più comune di tumore del rene (circa il 90% dei casi). È quasi due volte più comune negli uomini e i decessi dei pazienti maschi rappresentano oltre i due terzi. Il RCC in stadio iniziale spesso non presenta sintomi distintivi, il che porta il 30% delle persone a ricevere la diagnosi in una fase avanzata di malattia. Tra i pazienti con RCC avanzato, il 60% non riceve un trattamento di seconda linea.
Se diagnosticato negli stadi iniziali, il tasso di sopravvivenza a cinque anni è elevato, ma nei pazienti con RCC metastatico in stadio avanzato, il tasso di sopravvivenza è decisamente più basso, intorno al 17%.
“Il 60% dei pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato non arriva alla terapia di seconda linea: questo dato sottolinea l'importanza di assicurare le cure più efficaci il prima possibileâ€, dichiara il Prof. Camillo Porta, Oncologo medico, Università di Bari A. Moro. “Il fatto di poter contare su un'unica chance di trattamento per così tanti pazienti rende i risultati finali di CheckMate 9ER davvero rilevanti per la pratica clinica quotidiana. Infatti, questi dati finali convalidano ulteriormente la possibilità di ottenere una sopravvivenza a lungo termine con cabozantinib e nivolumab a questo stato avanzato della malattiaâ€.

Cabozantinib

Cabozantinib è una piccola molecola, somministrata per via orale, che inibisce recettori multipli della tirosin-chinasi come VEGFR, MET, RET e la famiglia dei TAM (TYRO3, MER, AXL)11. Questi recettori di tirosin-chinasi sono coinvolti in processi cellulari normali e patologici, come l'oncogenesi, la metastasi, l'angiogenesi tumorale (la crescita di nuovi vasi sanguigni di cui i tumori hanno bisogno per crescere), la resistenza ai farmaci, la modulazione delle attività immunitarie e il mantenimento del microambiente tumorale.
Exelixis ha concesso a Ipsen i diritti di esclusiva per la commercializzazione e l'ulteriore sviluppo clinico di cabozantinib al di fuori degli Stati Uniti e del Giappone. Exelixis ha concesso i diritti di esclusiva a Takeda Pharmaceutical Company Limited (Takeda) per la commercializzazione e l'ulteriore sviluppo clinico di cabozantinib per tutte le indicazioni future in Giappone. Exelixis detiene i diritti di esclusiva per sviluppare e commercializzare cabozantinib negli Stati Uniti.
In più di 65 Paesi al di fuori di Stati Uniti e Giappone, compresa l'Unione Europea, cabozantinib è attualmente indicato come:
- monoterapia nel carcinoma a cellule renali avanzato (aRCC) o come trattamento di prima linea di pazienti adulti a rischio intermedio o sfavorevole o negli adulti in seguito a precedente terapia mirata al fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF);
- in combinazione con nivolumab per il trattamento di prima linea del aRCC negli adulti;
- monoterapia per il trattamento dei pazienti adulti con tumore della tiroide differenziato localmente avanzato o metastatico, refrattario o non eleggibile allo iodio radioattivo in progressione durante o dopo terapia sistemica;
- monoterapia per il trattamento del carcinoma epatocellulare negli adulti trattati in precedenza con sorafenib.

Lo studio CheckMate 9ER

CheckMate 9ER è uno studio in aperto, randomizzato, internazionale di Fase III che ha valutato i pazienti con RCC avanzato o metastatico non precedentemente trattati. In totale, 651 pazienti (23% a rischio favorevole, 58% a rischio intermedio, 20% a rischio sfavorevole; 25% PD-L1 ≥1%) sono stati randomizzati a ricevere cabozantinib più nivolumab (n= 323) rispetto a sunitinib (n= 328). L'endpoint primario è la sopravvivenza libera da progressione (PFS). Gli endpoint secondari includono la sopravvivenza globale (OS) e il tasso di risposta obiettiva (ORR). L'analisi di efficacia primaria ha confrontato la duplice combinazione con sunitinib in tutti i pazienti randomizzati.

13/02/2025 16:10:00 Andrea Sperelli


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