Come eliminare i calcoli renali

Quando e in che modo intervenire

La calcolosi renale è una malattia molto diffusa, si stima che ogni anno circa 250.000 pazienti presentino una calcolosi primitiva o recidiva e di questi circa il 20% necessiti di un trattamento.
La litotrissia, letteralmente "frantumazione della pietra", extracorporea con onde d'urto (ESWL), è oggi universalmente considerata la terapia di prima scelta nella calcolosi.
Con questa metodica i calcoli vengono rotti in fini frammenti che poi sono espulsi attraverso le vie naturali con l'urina, in genere senza coliche o altri interventi aggiuntivi.
Fattori predisponesti alla formazione di un calcolo sono la familiarità, alcune abitudini alimentari, un'alterazione congenita o acquisita delle vie urinarie.
I calcoli originano quasi sempre nelle cavità renali e di qui possono migrare nell'uretere, ed è proprio questa migrazione all'interno delle stesse cavità renali o dell'uretere che determina la caratteristica colica renale che molto spesso necessita di ricovero in pronto soccorso.
I calcoli si differenziano per le dimensioni e per le caratteristiche chimico-fisiche, condizioni queste che influenzano il diverso approccio terapeutico.
La maggioranza dei calcoli (65%) sono composti da calcio in forma di ossalato, carbonato o fosfato, vengono poi come frequenza (25%) quelli di urati (sali dell'acido urico), infine in percentuale minore si trovano quelli composti da fosfato-magnesio e ammonio (secondari a processi infettivi) e di cistina.
La terapia può essere medica, in caso di piccoli calcoli che possono essere espulsi spontaneamente o in caso di calcoli di acido urico che possono essere sciolti, oppure chirurgica.
La terapia chirurgica è stata completamente rivoluzionata negli ultimi vent'anni soprattutto grazie allo sviluppo di tecniche di litotrissia extracorporea con onde d'urto (ESWL). Calcoli che un tempo venivano operati sistematicamente con notevole disagio e complicanze per i pazienti, vengono oggi trattati con l'ESWL che permette di frammentare con precisione un calcolo senza lasciare cicatrici e soprattutto senza danneggiare gli organi e i tessuti circostanti e senza necessità di anestesia. Oggi si ricorre alle tecniche chirurgiche tradizionali in caso di patologie associate o malformazioni delle vie urinarie in una percentuale dei pazienti che non superi il 4-5%.
Ma bisogna anche considerare l'ureteroscopia, che presenta notevoli vantaggi nei casi di calcoli di medie/grosse dimensioni. A dirlo sono i ricercatori della Duke University di Durham, in North Carolina, che hanno pubblicato su Jama Surgery il resoconto di uno studio comparativo fra questa tecnica e la litotripsia con onde d'urto, i due metodi più utilizzati per la rimozione dei calcoli renali.
Calcoli la scelta migliore

Per calcoli più grandi o che non rispondono all'ESWL si può ricorrere alla litotrissia per contatto. Si usa un nefroscopio, strumento che si introduce nelle cavità renali attraverso una piccola incisione a livello della regione lombare, se il calcolo è situato nel rene (nefrolitotrissia percutanea). Se si trova nell'uretere, si usa un ureteroscopio introdotto attraverso la vescica (ureterolitotrissia). La frammentazione avviene usando ultrasuoni, energia balistica o laser.

08/02/2017 15:30:00 Andrea Sperelli e Riccardo Antinori


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