Fra il 20 e il 30% dei casi di melanoma si verifica nel cuoio capelluto e nel collo, nonostante queste aree del corpo rappresentino solo il 9% del totale. Quando il tumore si sviluppa sul cuoio capelluto la prognosi è spesso più negativa perché più difficile da individuare.
Anche i parrucchieri e barbieri però, possono dare il loro contributo. A spiegarlo è l'Intergruppo Melanoma Italiano (Imi) che lancia un appello a fare squadra per la diagnosi precoce.
"Parrucchieri ed estetisti - sottolinea Ignazio Stanganelli, presidente Imi e direttore della Skin Cancer Unit Irccs Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori - possono evidenziare la presenza di eventuali lesioni sospette, suggerendo all'interessato di fare una visita dermatologica".
Per questo motivo, afferma Gianni Bassoli, presidente degli acconciatori di Cna (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e Piccola e Media Impresa), "riteniamo sia importante informarli e sensibilizzarli sul tema in modo che possano avere le conoscenze di base utili a individuare eventuali anomalie e segnalarle tempestivamente al proprio cliente".
"Occorre abolire i tabù e parlare apertamente - aggiunge Giovanna Niero, presidente di A.I.Ma.Me l'Associazione Malati di Melanoma e tumori della pelle -. No alla paura di segnalare qualche cosa che non va e avere il coraggio di spingere il cliente a fare un controllo specialistico. Ma chi riceve l'alert deve avere l'umiltà di ascoltare".
Il melanoma del cuoio capelluto colpisce 6 volte più frequentemente gli uomini delle donne, l'età media è di 65 anni, quasi 10 in più rispetto ai pazienti con melanoma localizzato sul tronco o sugli arti. È probabilmente l'effetto della maggiore incidenza dell'alopecia e di un danno ultravioletto più elevato sul cuoio capelluto.
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