L'osteoporosi colpisce ogni anno 5 milioni di persone nel nostro paese, la maggior parte delle quali sono donne in post-menopausa. In termini percentuali, quasi una donna su 5 dopo i 40 anni è affetta dalla malattia.
Per capire le ragioni di una predisposizione tutta femminile, il professor Iacopo Chiodini, presidente della Siommms (Società italiana dell'osteoporosi del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro), intervistato dalla Dire per la Giornata nazionale della Salute della Donna, ha spiegato il ruolo cruciale degli estrogeni: “Le donne sono più predisposte a causa del calo degli ormoni sessuali. Mentre il maschio continua a produrli in modo sufficiente fino ai 70-80 anni, la donna riduce drasticamente la produzione di estrogeni dopo la menopausa, con grandi conseguenze sullo stato delle ossaâ€. Gli estrogeni hanno infatti un ruolo importante nell'aumentare il riassorbimento scheletrico e la loro carenza determina uno sbilanciamento in senso negativo tra il vecchio osso che viene eliminato e il nuovo che viene creato. Anche per questo motivo spesso si prescrive una terapia ormonale sostitutiva alle donne in menopausa. L'importanza degli estrogeni è testimoniata anche dal fatto che “le pazienti che li tolgono completamente a causa di alcune terapie per il tumore alla mammella hanno un danno scheletrico importanteâ€, ha aggiunto.
La menopausa è il momento più critico e proprio per questo è decisivo lo stato delle ossa nel momento in cui si entra in questa fase della vita. “La prevenzione è sempre sullo stile di vita e inizia in età giovanissimaâ€, ha affermato Chiodini. Anche perché il picco di massa ossea nelle donne viene raggiunto intorno ai 25 anni e da lì in poi tende a mantenersi più o meno stabile fino all'aumentato riassorbimento post menopausa. Cosa fare quindi per scongiurare il rischio di osteoporosi? “Innanzitutto, regolare il quantitativo di calcio con la dieta (servono circa 1-1.5 grammi a giorno) e avere nel sangue normali livelli di vitamina D (almeno 30 ng/mL, per la salute scheletrica)â€, ha risposto Chiodini. “Per la vitamina D eventualmente può essere necessaria una supplementazione visto che si produce con l'esposizione della cute alla luce solare ed è dimostrato che alle nostre latitudini non riusciamo a esporci al sole in maniera sufficienteâ€.
E poi l'attività fisica, ma non tutti gli sport vanno bene allo stesso modo: “Non c'è grandissima efficacia se l'attività fisica non è contro gravità , perché lo stimolo muscolare non è sufficiente. Quindi attività come la camminata, la bicicletta o il nuoto, pur facendo benissimo dal punto di vista cardiovascolare, non hanno particolari effetti sulle ossa. Mentre va bene la corsaâ€. D'altra parte, le nostre ossa si sono sviluppate proprio per resistere alla gravità e per rafforzarle sono necessari “uno sforzo anti-gravitazionale e la contrazione del muscoloâ€. Rientrano nello stile di vita anche i fattori di rischio che predispongono maggiormente a questa patologia: “il fumo, una dieta ipocalcica, l'inattività fisica, sottopeso corporeo, un periodo di allattamento troppo prolungato, alcuni farmaci se usati in modo cronico, come gli inibitori di pompa protonica (gastroprotettori)â€.
Per quanto riguarda l'ovaio policistico, “teoricamente non costituisce un fattore di rischio, a meno che non porti ad assenza di cicloâ€. Sul sovrappeso c'è invece “grossa discussione, perché alcuni soggetti obesi hanno un rischio di frattura ed è possibile che l'obeso sia osteoporotico perché ha un'infiammazione cronica. Comunque, negli anni passati si pensava che il sovrappeso potesse essere protettivo per l'osteoporosi ma non lo èâ€, ha precisato il presidente di Siommms. Un discorso a parte meritano invece i pazienti diabetici, per cui c'è “una riduzione della qualità dell'osso, perché l'eccesso di zucchero ha effetti tossici anche sul collagene, fondamentale costituente dell'osso. Tra l'altro per i diabetici la normalità della massa ossea misurata con la MOC non assicura la riduzione del rischio di fratturaâ€. Infine, almeno il 30% delle osteoporosi femminili sono secondarie, ovvero dovute ad altre malattie sistemiche, ad esempio “malattie endocrine, malassorbimenti intestinali come la celiachia, ipercalciuria e malattie ematologicheâ€.
La chiave per prevenire l'osteoporosi sta quindi nello stile di vita “anche perché - ha concluso il professor Chiodini - i farmaci per l'osteoporosi hanno un profilo di sicurezza che non supera i dieci anni, quindi è importante iniziare a somministrarli al momento opportunoâ€.
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
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