Epilessia, l'olio di Cbd funziona?

Il rimedio naturale potrebbe offrire un'alternativa preziosa

Se stai leggendo queste righe, molto probabilmente soffri di epilessia oppure ne è affetta una persona cara a te vicino: uno dei tuoi genitori, il tuo partner, o perfino tuo figlio. Il brutto di questa malattia, che a seconda dei casi viene chiamata “piccolo” o “grande male”, è che non risparmia nessuno.
Si può svilupparla sin dalla primissima infanzia, ma si possono avere i primi attacchi anche in età più adulta: a prescindere da quando si manifesti l'epilessia, tuttavia, può purtroppo accadere di non riuscire a contrastarla in maniera efficace.
I farmaci tradizionali, per quanto fondamentali nella cura di questo disturbo, non sempre sortiscono gli effetti desiderati ed esistono anche persone “farmacoresistenti”, dotate cioè di un organismo che resiste alle cure.
Ecco perché, in casi come questi, può risultare molto utile ricorrere ai rimedi alternativi per contrastare l'epilessia, come per esempio l'olio di CBD Broad Spectrum di Crystalweed, una delle poche (se non uniche) aziende italiane che lo producono.
Il nostro obiettivo è infatti quello di fornire informazioni chiare e certificare sui rimedi alternativi, come appunto l'olio di CBD, al fine di aiutare chi soffre di epilessia a diminuire le crisi. Per farlo, ci concentreremo dapprima sulle cure tradizionali, per poi parlare di quelle alternative.

Quali sono i sintomi e le cure tradizionali per curare l'epilessia

L'epilessia è un disturbo cerebrale che si manifesta attraverso vere e proprie crisi con cadenza episodica, che possono comprendere:

- alterazioni dello stato della coscienza;
- sensazioni anomale;
- movimenti involontari che possono sfociare in vere e proprie convulsioni.

Queste ultime, in particolare, possono manifestarsi sia attraverso momentanei stati di assenza, durante i quali il soggetto non sembra essere mentalmente presente, sia mediante violenti e diffusi spasmi muscolari, che scuotono il paziente fino al punto di farlo cadere per terra. In entrambi i casi, la persona colpita non conserva memoria dell'esperienza. A seconda della tipologia di crisi, varia anche la durata: in caso di crisi d'assenza, si parla di pochi secondi; le convulsioni più violente, al contrario, possono durare anche diversi minuti.
Come molte altre malattie che colpiscono l'area cerebrale, l'epilessia non si può prevenire: è possibile intervenire per curarla sono una volta che si è manifestata. Va da sé, naturalmente, che prima si riesce a identificarla, maggiori sono le possibilità d'individuare un trattamento risolutivo in tempi brevi. Proprio per questo motivo, è di fondamentale importanza che i primi sintomi vengano riconosciuti con chiarezza, a maggior ragione se l'epilessia si manifesta in età infantile come spesso accade. I genitori, a questo proposito, devono prestare particolare attenzione a questi segnali:

- crisi convulsive che si manifestano con una o entrambe le forme che abbiamo precedentemente spiegato;
- momenti durante i quali il bambino sembra fissare il vuoto senza riuscire a recepire gli stimoli esterni (es. non reagisce se lo si chiama per nome);
- momenti di confusione o di tremore;
- un inspiegabile peggioramento del rendimento scolastico.

Specifichiamo subito che sintomi di questo tipo non sono necessariamente legati all'epilessia. Ciò nonostante, identificano comunque la presenza di un problema, motivo per cui è sempre bene sottoporre il bambino a una visita specialistica. Ad ogni modo, se l'esito degli esami rimandasse proprio a un disturbo epilettico, sappi che la medicina tradizionale è in grado di curarlo con successo grazie alla somministrazione di specifici farmaci anti - convulsionanti, il cui dosaggio viene attentamente stabilito dal medico anche a seconda dell'età del paziente.
Vero è che possono anche esistere casi più complicati, dove i farmaci faticano a risolvere il problema o non lo risolvono affatto. A pazienti di questo tipo può essere proposto un trattamento chirurgico, a patto però che la loro epilessia si origini da un'unica area del cervello, che viene solitamente identificata con il lobo temporale. Se così non fosse, infatti, la chirurgia potrebbe non servire, motivo per cui diventerebbe necessario esplorare nuovi metodi di cura, come per l'appunto quelli attinenti al campo della medicina alternativa.

Perché l'olio di CBD è un'ottima cura alternativa

Come ti abbiamo anticipato nell'introduzione, nel caso di persone farmacoresistenti e inadatte a un trattamento di tipo chirurgico, è possibile ricorrere a cure alternative per l'epilessia, delle quali l'olio di CBD rappresenta senz'altro una delle migliori. Prodotto naturale estratto dalla cannabis, è una sostanza che viene usata per favorire il rilassamento, curare i dolori e velocizzare il recupero fisico.
I benefici dell'olio di CBD sono del resto ampiamente comprovati e, cosa importante, agiscono ad ampio spettro, favorendo il recupero e la guarigione di molti disturbi e malattie, epilessia inclusa. In linea generale, infatti, l'olio di CBD è in grado di apportare tre specifici benefici all'organismo. Vediamo insieme quali sono.

Allevia il dolore

I cannabinoidi interagiscono con i neurotrasmettitori al fine di attivare il sistema immunitario, alleviando il dolore e intervenendo positivamente anche sul sonno e sull'appetito. Ciò rende l'olio di CBD particolarmente consigliato nella cura di malattie che possono provocare una forte sofferenza fisica, come l'artrite e la sclerosi multipla.

Aiuta a trattare l'ansia e la depressione

Il CBD agisce anche sui recettori del cervello regolando i livelli di serotonina, ossia il neurotrasmettitore coinvolto nella gestione dei comportamenti sociali e dell'umore. A differenza degli psicofarmaci tradizionali, infatti, l'olio di CBD non comporta il rischio d'incorrere in pesanti effetti collaterali, riducendo ansia e stress in maniera del tutto naturale, anche nel caso in cui siano causate da agenti esterni come gravi traumi psicologici.

Ha effetti positivi su varie parti del corpo, inclusi cuore e sistema circolatorio

Grazie alle sue proprietà antiossidanti e antistress, l'olio di CBD aiuta a prevenire infarti, sindrome metabolica e ictus. Nel caso in cui quest'ultimo si sia già verificato, il CBD aiuta ad accelerare il processo di guarigione, permettendo un recupero veloce del sistema circolatorio. Oltre a questo, le sue note proprietà lenitive e antinfiammatorie agiscono positivamente sull'epidermide, contrastando le infiammazioni e aiutando a combattere gli inestetismi procurati dall'acne.

Aiuta a combattere i problemi neurologici

Il CBD è in grado d'intervenire positivamente sui disturbi neurologici, aiutando il paziente a controllarli e a sconfiggerli. Ciò vale soprattutto per malattie particolarmente invalidanti come il Morbo di Parkinson, la sclerosi multipla e, ovviamente, l'epilessia. L'olio di CBD è infatti indicato come uno dei migliori rimedi naturali per l'epilessia, in quanto il principio attivo del cannabidiolo agisce come ottimo anticonvulsivante e antipsicotico, contrastando efficacemente le crisi che caratterizzano questo disturbo.
Conclusioni di questo tipo sono il frutto di attenti studi effettuati su diversi pazienti affetti da epilessia, che hanno tratto grande giovamento dall'assunzione dell'olio di CBD.

Cosa dicono gli studi su CBD ed epilessia

Prima di illustrarti i vari e documentati studi condotti sul rapporto intercorrente tra l'olio di CBD e l'epilessia, è bene specificare un dettaglio molto importante: questa sostanza, pur rappresentando un validissimo aiuto, dev'essere usata solo in contemporanea ai farmaci tradizionali o come alternativa nel caso in cui non dovessero funzionare. In altre parole: prima di rinunciare del tutto alle terapie classiche in favore del CBD, occorre quantomeno averle provate.
Le ricerche sull'epilessia sono infatti tuttora in corso e, stando a quanto è stato scoperto finora, il CBD sembrerebbe in grado di ridurre gli attacchi anche in maniera significativa, proprio grazie alle sue già citate proprietà anticonvulsivanti e antipsicotiche. Uno studio molto interessante, a questo proposito, è quello condotto dall'Ohio State University College of Medicine di Columbus, che ha trattato con il cannabidiolo 225 giovani pazienti affetti da epilessia. A seguito di questa somministrazione, l'incidenza dei loro attacchi si è ridotta del 50%: un traguardo nient'affatto da poco.
Uno studio altrettanto interessante e ancora più recente è invece quello portato avanti dai ricercatori dell'Università dell'Alabama, che hanno coinvolto un gruppo di pazienti epilettici composto da 89 bambini e 80 adulti, trattati anch'essi con un prodotto a base di CBD di origine naturale. Anche in questo caso i risultati ottenuti sono stati decisamente incoraggianti, in quanto nel giro di due anni (tale è stata la durata dell'esperimento), è stato osservato che gli attacchi dei bambini si sono ridotti del 50%:



- dopo un solo mese per il 44% di loro;
- dopo un anno per il 41%;
- dopo due anni per il 61%.

Per quanto riguarda invece il gruppo degli adulti, i risultati ottenuti sono stati più o meno gli stessi, con la differenza che le percentuali, nell'ordine, corrispondono al 34%, al 53% e al 71%. Ciò che rende questo studio particolarmente importante, tuttavia, è la caratteristica che univa tutti i pazienti facenti parte di questo gruppo di sperimentazione: sia gli adulti che i bambini soffrivano infatti di una forma di epilessia farmacoresistente che, in quanto tale, non era in grado di rispondere efficacemente alle cure tradizionali.

L'olio di CBD è una speranza per i pazienti epilettici farmacoresistenti

Di ricerche che hanno scientificamente dimostrato l'efficacia del CBD sui pazienti epilettici farmacoresistenti ce ne sono davvero molte e tutte caratterizzate da risultati più che soddisfacenti. Si tratta di traguardi particolarmente importanti, in quanto questa malattia, se non viene adeguatamente trattata, può rendere la vita delle persone che ne soffrono un vero e proprio inferno, a maggior ragione se si tratta di bambini.
L'esperienza occorsa a Charlotte Figi, una sedicenne sofferente di epilessia sin dalla tenera età di 3 mesi, si è rivelata particolarmente illuminante, in quanto ha provato in maniera inoppugnabile e definitiva i grandi benefici che il CBD è in grado di apportare alla cura dell'epilessia. Charlotte soffriva infatti di una forma particolarmente aggressiva e problematica denominata Sindrome di Dravet: un tipo di epilessia che colpisce i neonati, causando anche gravi ritardi nello sviluppo.
Nei suoi primi 5 anni di vita, la bimba era stata sottoposta a una speciale dieta chetogenica e aveva già assunto tutti i farmaci antiepilettici conosciuti dalla medicina tradizionale. La sua media era di 50 attacchi di convulsioni al giorno. A salvarla da questa vita d'inferno è stata sua madre che, in seguito ad alcune ricerche personali, ha scoperto l'esistenza del CBD, che ha letteralmente rivoluzionato l'esistenza di sua figlia. Entro i primi 3 mesi di assunzione, infatti, Charlotte si serviva ormai del solo cannabidiolo, visto il fallimento delle medicine, e gli attacchi di convulsione si presentavano soltanto in numero di circa 2 - 3 al mese.
L'esperienza positiva di Charlotte, che oggi è un'adolescente come tutte le altre, è servita a portare il CBD all'attenzione della medicina mondiale, che non ha potuto più ignorare tutti i suoi numerosi e comprovati benefici. Non solo: proprio grazie ai risultati ottenuti su di Charlotte, molti Stati si sono impegnati a modificare le leggi relative all'uso medico di cannabis e CBD, al fine di legalizzarlo definitivamente.

Dall'epilessia è possibile guarire

Di studi sul rapporto intercorrente tra olio di CBD ed epilessia ne sono stati fatti veramente tanti e quelli che ti abbiamo presentato rappresentano soltanto una piccola parte. Ciò che li accomuna tutti, ad ogni modo, è il risultato ottenuto, che testimonia una volta per tutte l'ottimo contributo del cannabidiolo nella cura e nel trattamento di questa malattia, perfino alla sua guarigione.
Contrariamente a quanto si pensi, infatti, dall'epilessia è possibile guarire, sebbene in maniera molto lenta. Ad affermarlo è il Prof. Alberto Albanese, responsabile di Neurologia in Humanitas: “In generale si può considerare una soglia standard di dieci anni senza crisi per ritenere un paziente guarito” spiega l'esperto. “L'ideale resta però considerare ogni specifico caso, per valutare se sia consigliabile o meno prendere in considerazione la riduzione o la sospensione della terapia antiepilettica”.
Quest'ultima postilla è molto importante, in quanto le ricadute possono purtroppo capitare, anche in pazienti che hanno superato con successo la fatidica soglia dei dieci anni senza crisi. Da qui l'importanza di tenersi sempre in contatto con il proprio medico curante, interpellandolo prima di prendere qualsiasi decisione, inclusa l'assunzione di cannabidiolo.
Assumerlo significa infatti mettere in conto di spendere dei soldi per il suo acquisto e, quindi valuta bene prima i negozi online di CBD a prezzi vantaggiosi, però ricordati sempre di parlarne prima con il tuo medico al fine di sentire il suo parere da esperto.

01/04/2022


Notizie correlate