Nuova terapia per la leucemia linfatica cronica

Trattamento efficace e ben tollerato

Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine dimostra l'efficacia di una nuova terapia personalizzata per i pazienti affetti da leucemia linfatica cronica.
«I nostri risultati mostrano che, per questo gruppo di pazienti, il trattamento è molto efficace contro la malattia ed è ben tollerato. Ciò significa che i pazienti hanno avuto risultati migliori e allo stesso tempo hanno goduto di una migliore qualità della vita», spiega Peter Hillmen dell'Università di Leeds, che ha diretto il gruppo di lavoro.
Al momento, i trattamenti prevedono l'utilizzo di chemioterapia, immunoterapia o farmaci che inibiscono la crescita tumorale. I ricercatori si sono concentrati sui bloccanti della crescita del cancro ibrutinib e venetoclax (I+V).
In genere, vengono somministrati in maniera continua o per la stessa durata fissa invece di essere adattati alla risposta di ciascun paziente. Il rischio è che molti pazienti possano interrompere il trattamento troppo presto e non ottenere un beneficio completo, o continuarlo più a lungo del necessario, con più recidive o effetti collaterali.
Gli esperti volevano capire se fosse possibile personalizzare la durata del trattamento I+V per i pazienti sulla base di prelievi regolari di sangue o midollo osseo, e se in questo modo la terapia fosse altrettanto efficace o migliore rispetto al trattamento standard (FCR).
Sono stati analizzati allo scopo 260 pazienti gestiti con I+V e 263 col trattamento standard. Al termine del periodo di osservazione, 87 pazienti erano andati incontro a progressione della malattia, 75 nel gruppo FCR e 12 in quello I+V, e 34 di questi erano deceduti durante lo studio, 25 nel gruppo FCR e solo nove in I+V.
Grazie al monitoraggio regolare del sangue e del midollo osseo, i ricercatori hanno potuto osservare un quadro più aggiornato della risposta al trattamento, consentendo loro di adattarla a ogni paziente. È emerso che basare la durata del trattamento su prelievi di sangue era altrettanto efficace rispetto a utilizzare prelievi del midollo osseo.
La speranza è che questo approccio personalizzato possa essere adottato come standard di cura per i pazienti che hanno bisogno di un trattamento di prima linea per la leucemia linfatica cronica.

Fonte: NEJM 2023. Doi: 10.1056/NEJMoa2310063
NEJM

28/12/2023 10:10:00 Andrea Sperelli


Notizie correlate