I beta-bloccanti riducono l'aggressivitÃ
Ma non sembrano influenzare l'esito psichiatrico nei pazienti
Riduzione dell'aggressività e della violenza, ma nessuna influenza sugli esiti psichiatrici nei pazienti. Sono i risultati di uno studio pubblicato su Plos Medicine da un team dell'Università di Oxford sugli effetti dei farmaci beta-bloccanti.
«Se i nostri risultati saranno confermati da altri studi, i beta-bloccanti potrebbero essere considerati come strumenti per gestire l'aggressività e l'ostilità in individui con patologie psichiatriche», afferma Seena Fazel, primo autore del lavoro.
Sono stati analizzati i casi di 1,4 milioni di pazienti svedesi, dei quali sono stati messi a confronto i periodi in cui assumevano i farmaci con quelli in cui non li assumevano.
Nel corso del trattamento è stato registrato un rischio inferiore del 13% di essere accusato di un crimine violento e un rischio inferiore dell'8% di ricovero ospedaliero a causa di un disturbo psichiatrico. Al contrario, è emerso un aumento dell'8% del trattamento per comportamento suicidario.
Nelle analisi secondarie, le associazioni con il ricovero in ospedale sono state inferiori per i disturbi depressivi maggiori, ma non per i disturbi d'ansia in caso di assunzione di beta-bloccanti.
Gli autori non sanno con esattezza il motivo dell'effetto positivo dei beta-bloccanti sull'aggressività , ma suppongono che la ragione sia da ricercarsi nella lieve sedazione indotta o nell'intervento sulla modalità di interazione tra il sistema nervoso e alcuni neurotrasmettitori. «Per comprendere il ruolo dei beta-bloccanti nella gestione dell'aggressività e della violenza saranno necessari ulteriori studi», concludono Fazel e colleghi.
Fonte: PLOS Medicine 2023. Doi: 10.1371/journal.pmed.1004164
Plos Medicine
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
Questa pagina è stata letta
281902 volte