Uno studio dell'Università di Sherbrooke, in Canada, ha analizzato il ruolo svolto dallo stress nella maggiore incidenza degli incidenti stradali fra i più giovani. Nei paesi sviluppati, infatti, gli incidenti in automobile rappresentano la causa principale di morte nella fascia di età fra i 15 e i 24 anni.
I ricercatori hanno indagato in particolare i livelli di cortisolo per valutare la risposta agli stimoli stressanti, ipotizzando quindi che a una scarsa esperienza nella guida possa associarsi anche l'incapacità di gestire le situazioni di stress nella fascia d'età considerata.
La coordinatrice della ricerca Marie Claude Ouimet e i suoi colleghi hanno esaminato il nesso fra la risposta del cortisolo allo stress, misurata al basale, e il rischio di coinvolgimento in un incidente stradale o di mancarlo per poco. Il campione era formato da 40 sedicenni neopatentati, fra cui 19 maschi e 21 femmine.
Stando ai dati emersi dall'analisi delle immagini provenienti dagli abitacoli, attrezzati con delle videocamere, e dall'esame dei livelli di cortisolo, i più giovani che mostrano una risposta del cortisolo più alta nei confronti dello stress hanno anche meno probabilità di correre rischi al volante oltre che una capacità di apprendimento superiore.
Dennis R. Durbin del Children's Hospital di Philadelphia ha così commentato lo studio dei colleghi canadesi: “i professionisti della sanità potrebbero già avere la sensazione che alcuni adolescenti siano ad alto rischio di guida pericolosa. Quantificare questa preoccupazione in forma di test diagnostico potrebbe essere desiderabile per alcuni, tuttavia occorre cautela perché lo sviluppo prematuro di un simile test potrebbe portare a danni involontari come la patologizzazione di comportamento normativo o il riduzionismo biologico per un fenomeno che certo è determinato anche da aspetti sociali e psicologici. Il ruolo del clinico è quello di fornire in anticipo indicazioni ai genitori riconoscendo che queste raccomandazioni generali potrebbero non essere sufficienti a proteggere gli adolescenti a più alto rischio”.
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