È possibile aumentare il numero dei trapianti di cuore grazie a una nuova tecnica messa a punto da medici australiani. Secondo una ricerca pubblicata su Transplantation, la nuova tecnologia ha aumentato del 25% il numero di trapianti eseguiti nell'Ospedale St Vincent's e nell'Istituto di ricerca cardiaca Victor Chang di Sydney.
La procedura adottata dai medici australiani si chiama DCD (Donation after circulatory death) ed è stata adottata, oltre che in Australia, anche da diversi centri negli Stati Uniti, in Spagna e in Belgio.
In un campione di 74 trapianti la differenza in termini di sopravvivenza a un anno e a 5 anni fra i trapianti eseguiti con la nuova tecnica e quelli eseguiti con la tecnica tradizionale è stata trascurabile.
Con la tecnica tradizionale i cuori da donare vanno presi da soggetti in stato di morte cerebrale il cui cuore batte ancora, mentre con il metodo DCD la donazione può essere realizzata anche dopo che il cuore si è fermato.
Entro mezz'ora da quando è stato staccato il supporto vitale, il cuore viene estratto e irrorato con una soluzione ossigenata di conservazione del sangue, prima di essere trasportato in uno speciale congegno fino al ricevente della donazione. "Sono cuori che altrimenti non avrebbero potuto essere utilizzati", scrive il cardiologo capo e capo della squadra di trapianti DCD dell'ospedale St. Vincent's, professor Peter MacDonald.
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