L'infertilità è un problema che, secondo i recenti dati del Registro Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita curato dall'Istituto Superiore della Sanità, riguarderebbe circa il 15% delle coppie italiane.
Secondo recenti statistiche, un'elevata percentuale di casi di infertilità di coppia - circa il 20% - non è attribuibile ad alcuna causa nota ed evidente. Si parla, in questi casi, di infertilità idiopatica, una condizione che, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, ricorre quando non sussiste un fattore accertabile, che determini il mancato concepimento.
“Quando ci troviamo di fronte a casi di infertilità idiopatica, e nel caso in cui la partner femminile abbia meno di 30 anni, possiamo consigliare di aspettare un ulteriore periodo e cambiare alcune abitudini di vita, per valutare se il problema possa essere collegato ad elementi quali il fumo, lo stress, il sovrappeso o la cattiva alimentazione. Qualora, nonostante questi accorgimenti, non dovessero esserci cambiamenti significativi, ci preme spiegare ai pazienti che - sebbene le cause dell'infertilità siano apparentemente di origine sconosciuta - le possibilità di concepire un bambino sano mediante le tecniche di riproduzione medicalmente assistita e portare a termine la gravidanza sono almeno uguali a quelle delle coppie soggette a infertilità per cause note”, spiega il Dott. Mario Mignini Renzini - Direttore Medico del Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi e Responsabile dell'Unità Operativa di Ginecologia presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza, del Gruppo San Donato. “Ritengo importante precisare che la sterilità sine causa non esiste: la causa può non essere diagnosticabile mediante gli accertamenti attualmente a disposizione, ma è sufficiente per impedire il concepimento. Tuttavia, grazie alle terapie disponibili in campo di procreazione medicalmente assistita è oggi possibile dare speranza e affrontare qualsiasi tipo di condizione di infertilità”.
In passato si investivano molto tempo e risorse nella diagnosi relativa alle possibili cause di infertilità e l'indagine più approfondita aveva quasi sempre come oggetto la donna. Questo avveniva principalmente a causa di una minore disponibilità di opzioni terapeutiche e tecniche in grado di affrontare qualsiasi caso di infertilità. “Oggi, presso il Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi di Monza, seguendo i migliori standard a livello internazionale, cerchiamo di portare a termine rapidamente l'iter diagnostico e tendiamo a concentrarci sulle possibili soluzioni, che vengono valutate in base all'anamnesi specifica di ogni paziente. Esistono infatti terapie chiare ed efficaci per problematiche diffuse, che possono essere modulate per ogni singolo caso specifico”, spiega il Dott. Mignini Renzini. “Non è fermandosi alla diagnosi che si migliora l'esito dei trattamenti, ma è importante partire da fattori chiave quali l'età della donna e il tempo trascorso senza raggiungere la gravidanza, per riuscire a determinare la terapia e la tempistica più idonea per ogni coppia”.
“È inoltre importante sottolineare che, proprio nei casi di infertilità idiopatica, iniziare un percorso di procreazione medicalmente assistita consente di raccogliere informazioni in merito alle possibili cause di infertilità rimaste nascoste. Le indagini diagnostiche possono darci importanti informazioni su alcune cause di sterilità, ma la qualità dei gameti e la loro capacità di formare un embrione sono informazioni che possono essere conosciute solo “mettendo alla prova” i gameti con la fertilizzazione in vitro”, conclude il Dott. Mignini Renzini.
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
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