L'allentamento graduale del lockdown pone una serie di problemi pratici da superare. Fra questi senz'altro l'eventuale utilizzo delle mascherine fra i bambini.
Uno dei punti fermi della fase 2 che sta per iniziare è l'uso obbligatorio delle mascherine in tutti i luoghi chiusi, per cercare di prevenire il contagio, causato soprattutto dai soggetti asintomatici. I pediatri dell'Associazione culturale pediatri (ACP) hanno redatto delle raccomandazioni per l'utilizzo dei dispositivi fra i più piccoli, anche alla luce dei documenti pubblicati dai colleghi dell'American Academy of Pediatrics (AAP), del Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
«I bambini con più di 2 anni possono indossare la mascherina, che deve coprire bene naso e bocca e raccordarsi all'orecchio, lavando prima le mani per almeno 20 secondi. Viceversa, non va indossata sotto i 2 anni, in caso di difficoltà respiratorie o di incapacità a toglierla da soli rimuovendo prima il raccordo dietro le orecchie. In casa, se non ci sono malati, non serve indossarla, così come giocando all'aria aperta e mantenendo una distanza di almeno 2 metri dagli altri», si legge nella nota dell'ACP.
La mascherina va invece utilizzata quando è evidente l'impossibilità di rispettare la distanza di sicurezza, come può accadere in farmacia, dal medico o nei negozi.
I bambini ad alto rischio, affetti da malattie croniche e quindi immunodepressi, devono indossare le mascherine Ffp2, quelle che filtrano gli agenti esterni, mentre i familiari possono indossare quelle chirurgiche, che servono a proteggere gli altri. Per quanto riguarda le dimensioni, quelle consigliate per i bambini sono 12x25 cm.
«L'ACP si rivolge ai decisori politici in previsione della sospensione del lockdown e della, seppur graduale, ripresa di una quotidianità per i bambini e i genitori. Per uscire dall'emergenza è necessaria una seria riorganizzazione delle cure territoriali che ha come primo passo necessario la diffusione di un'accurata e rigorosa attività di informazione e prevenzione nei confronti della malattia».
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
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