Essere esposti da bambini a inquinamento acustico e ambientale ha l'effetto di aumentare le probabilità di soffrire di ansia e depressione una volta adulti. A rimarcarlo è uno studio pubblicato su Jama Network Open che segnala come l'inquinamento, sia acustico che ambientale, provochi il rilascio di ormoni dello stress, aumenti la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e la vasocostrizione.
In particolare, l'esposizione a lungo termine al rumore causa irritabilità, disturbi del sonno, compromissione delle facoltà cognitive dei bambini ed effetti nocivi a carico del sistema cardiovascolare e metabolico.
Secondo le stime, il rumore ambientale contribuirebbe a causare 48.000 nuovi casi di cardiopatie ischemiche ogni anno, oltre a 12.000 decessi prematuri. Il solo rumore prodotto dagli aerei causerebbe una compromissione della capacità di lettura in 12.500 bambini in età scolare.
Sebbene i decessi legati all'inquinamento ambientale siano più numerosi, l'inquinamento acustico impatta sulla qualità di vita in misura addirittura superiore. Per questo, in molte città si stanno studiando accorgimenti per ridurre l'inquinamento acustico, ad esempio stendendo asfalto a bassa rumorosità per le strade, montando pneumatici silenziosi sui mezzi pubblici, creando più infrastrutture per le auto elettriche e promuovendo una mobilità attiva come gli spostamenti a piedi o in bicicletta.
In molti casi sono state create le cosiddette zone silenziose, aree urbane dove le persone possono rifugiarsi per sottrarsi al rumore cittadino. “Sono necessarie ulteriori analisi per fare ulteriore luce sulle cause sottostanti a queste associazioni”, hanno dichiarato gli autori.
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