Esistono due forme rilevanti della malattia di Crohn. A stabilirlo è uno studio pubblicato su Gut da un team dell'Università della North Carolina di Chapel Hill. Uno degli autori, Shehzad Sheikh, spiega: «I nostri risultati suggeriscono la presenza di due forme clinicamente rilevanti di malattia di Crohn (CD) a prescindere dalla posizione di campionamento dei tessuti, dall'età del paziente o dal trattamento. Studi di associazione genetica suggeriscono che sottostanti fattori molecolari o genetici possono contribuire all'eterogeneità della patologia, ma i meccanismi precisi con cui questo avviene sono poco conosciuti».
Gli scienziati americani hanno cercato di approfondire i meccanismi cellulari e molecolari alla base dell'estrema eterogeneità che caratterizza la malattia, analizzando i processi cellulari associati con i diversi fenotipi.
«Abbiamo esaminato sia l'espressione sia la regolazione genica in base all'accessibilità della cromatina nei tessuti del colon non infiammati in una coorte di
pazienti con malattia di Crohn confrontando i risultati con quelli di un gruppo di controllo libero da malattia», riprendono i ricercatori.
Alla fine dello studio, i medici hanno potuto dividere i pazienti in due classi distinte in base all'espressione genica tissutale.
«Queste due classi sono caratterizzate da modifiche nei profili di regolazione genica osservati a livello di accessibilità della cromatina, cosa che riflette un cambiamento
fondamentale nei sottostanti fenotipi molecolari», precisa Sheikh.
Anche l'espressione genica di un campione di pazienti pediatrici affetti da malattia di Crohn può essere suddivisa in due sottoclassi a seconda delle differenze nella risposta immunitaria e negli aspetti del metabolismo cellulare.
«Alla luce di questi risultati servono studi futuri su casistiche più ampie per definire i rapporti tra predisposizione genetica alla malattia, livelli di espressione genica e fenotipi clinici», conclude il ricercatore.
Fonte: Gut
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