La tubercolosi potrebbe presto essere combattuta con nuove armi. Lo sostengono due studi pubblicati su ACS Infectious Diseases che hanno preso in considerazione lo sviluppo di una nuova classe di molecole dotate di una potente azione antitubercolare e della capacità di inibire l'enzima Guab2.
Si tratta di un enzima coinvolto nella sintesi delle basi pirimidiniche che costituiscono il Dna, impedendone la sintesi e provocando la morte del batterio.
Le due ricerche sono state coordinate da Valerie Mizrahi dell'Università di Cape Town, in Sud Africa, e da Helena Boshoff del National Institute of Health. Hanno partecipato in entrambi i casi i ricercatori italiani del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell'Università del Piemonte Orientale.
Menico Rizzi, docente di Biochimica presso l'ateneo piemontese, spiega: «Al di là dell'elevato valore scientifico di questa scoperta va sottolineato come il lavoro abbia richiesto uno sforzo multidisciplinare e culturale eccezionale, che ha fatto ricorso al lavoro e alle competenze di decine di gruppi di ricerca attivi presso i migliori centri di ricerca a livello mondiale. È stato uno sforzo condotto con uno spirito collaborativo eccezionale che tra accademia e industrie farmaceutiche non è sempre scontato. La dedizione dei ricercatori coinvolti e il supporto finanziario della Comunità Europea, del National Institute of Health statunitense e della Bill & Melinda Gates Foundation ci hanno consentito di raggiungere questo traguardo, assai promettente per il futuro, anche per la rete di collaborazioni che ha generato».
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