Un gruppo di 16 pazienti affetti da anemia aplastica è stato trattato con un trapianto di midollo osseo parzialmente compatibile seguito da chemioterapia a dosi elevate. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Biology of Blood and Marrow Transplantation da un team del Johns Hopkins Kimmel Cancer Center.
A distanza di un anno dal trapianto, i pazienti affetti da questa rara e letale forma di insufficienza midollare hanno interrotto l'assunzione degli immunosoppressori senza che si sia manifestata alcuna recidiva.
«Questi dati aprono la strada a un notevole ampliamento delle opzioni terapeutiche nella stragrande maggioranza dei pazienti con grave anemia aplastica», spiega Robert Brodsky, professore di medicina e oncologia al Johns Hopkins Kimmel Cancer Center.
Il team da lui guidato ha reclutato il piccolo gruppo di pazienti dagli 11 ai 69 anni per i quali non esistevano donatori completamente compatibili. Dopo aver somministrato un cocktail di farmaci immunosoppressivi per prevenire il rigetto, i pazienti hanno ricevuto un trapianto di midollo osseo da fratelli o genitori o da donatori non imparentati.
«Tre e quattro giorni dopo il trapianto, i partecipanti sono stati trattati con dosi elevate di ciclofosfamide», riprende l'oncologo. Qualche settimana dopo il trapianto, la conta dei leucociti, emazie e piastrine è tornata a livelli normali senza la necessità di trasfusioni di sangue.
«Questi risultati servono come punto di partenza per un secondo studio in fase di preparazione a livello nazionale che ha l'obiettivo di coinvolgere pazienti da 25 centri medici in tutto il paese», conclude Amy DeZern, professore associato di oncologia al Kimmel Cancer Center e coautrice dell'articolo.
Fonte: Biology of Blood and Marrow Transplantation
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