Quale sarà l'esito di un trapianto? È una domanda che si fanno sempre i diretti interessati e i medici che realizzano l'intervento, ma che finora non ha mai potuto avere una risposta certa.
Secondo uno studio del Translational Research Centre for Organ Transplantation dell'Inserm di Parigi, l'Intelligenza Artificiale potrà essere utilizzata proprio per prevedere gli effetti di un trapianto e in particolare la speranza di vita del soggetto.
Lo studio, guidato dal prof. Alexandre Loupy e pubblicato su Lancet Digital Health, è stato ribattezzato Dispo, acronimo che sta per Dynamic, integrative system for predicting outcome, ovvero Sistema dinamico e integrativo per la previsione dell'esito.
«Un approccio dinamico di Intelligenza artificiale per migliorare la stratificazione del rischio per i riceventi di trapianto di rene generando previsioni continuamente raffinate di sopravvivenza attraverso dati clinici costantemente aggiornati», spiegano i ricercatori.
Molti sono stati i tentativi di mettere a punto un modello per la previsione della sopravvivenza del trapianto renale. «Questi modelli predittivi sono basati proprio dal punto di vista metodologico sull'analisi di dati retrospettivi: cioè si raccolgono i dati di casistiche di vari centri di trapianto e si analizza l'impatto diverse variabili (ad esempio la malattia di base, l'età del paziente e quella del donatore, la compatibilità immunologica, eventuali episodi di rigetto, la terapia immunosoppressiva e la funzione renale nel tempo) possono avere sui risultati del trapianto. La novità di questo lavoro non è tanto in questo tipo di approccio, quanto nel tipo di modello statistico utilizzato, che introduce oltre a delle variabili puntuali (al trapianto), anche delle variabili dinamiche, osservate nel post-trapianto», spiega Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt).
I ricercatori francesi hanno utilizzato i dati di quasi 14.000 riceventi adulti di trapianto di rene da 18 centri sparsi per l'Europa, Stati Uniti e Sud America e di una coorte di pazienti di 6 studi randomizzati controllati. Gli autori pensano che il sistema sia efficiente: «Secondo noi potrebbe quindi aiutare a perfezionare la valutazione prognostica dei riceventi di trapianto di rene nella pratica clinica di routine, migliorando la medicina di precisione e la gestione individualizzata del paziente. Per valutare l'effetto di Dispo nella pratica clinica, condurremo uno studio controllato randomizzato».
«Il gruppo che ha ideato e condotto lo studio è tra i più importanti al mondo ed è fra i pionieri nell'applicazione dell'Ia in medicina trapiantologica», sottolinea Giuseppe Orlando, chirurgo dei trapianti e ricercatore alla Wake Forest University. «Il modello è sperimentale, ma sicuramente dimostra la fattibilità dell'approccio. Sarà interessante vedere quali saranno gli sviluppi futuri, in termini di come e se riusciranno a proporlo come standard di cura in Francia o altrove. Limiti non ne vedo al momento, purché i dati prodotti da questo approccio siano alla fine sempre interpretati dal trapiantologo a cui deve sempre spettare l'ultima parola».
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