Cancro tiroideo, analoghi del Glp-1 non aumentano il rischio

Escluso un possibile fattore negativo legato alla loro assunzione

"Non ci sono evidenze che confermino un legame tra l'assunzione di agonisti del recettore Glp-1 e un aumentato rischio di sviluppare un tumore della tiroideâ€.
Il Comitato per la valutazione dei rischi nella farmacovigilanza (Prac) dell'Agenzia europea dei medicinali (Ema) esclude dalla scena uno dei possibili fattori negativi associati all'assunzione degli antidiabetici di ultima generazione.
Una rassicurazione importante, considerando peraltro che le vendite di questi farmaci, a partire da semaglutide (Novo Nordisk), sono cresciute negli ultimi mesi in maniera esponenziale anche per i benefici indotti sulla perdita di peso.
Al punto da determinare una carenza destinata a protrarsi anche nei primi mesi del 2024. E la successiva commercializzazione di prodotti contraffatti.
Prove non sufficienti a determinare un aumento del rischio di cancro della tiroide
Oltre a semaglutide (in commercio come Ozempic, Rybelsus e Wegovy), i prodotti in questione sono liraglutide (Victoza, Saxenda e Xultophy: sempre di Novo Nordisk), exenatide (Bydureon, Byetta, AstraZeneca), dulaglutide (Trulicity, Eli Lilly) e lixisenatide (Lyxumia e Suliqua, Sanofi).
Secondo il Prac, che aveva avviato la revisione del profilo di sicurezza di questi principi attivi partendo dalle conclusioni di uno studio pubblicato lo scorso anno sulla rivista Diabetes Care (anticipando quanto poi deciso poche settimane più tardi dall'Mhra, l'agenzia del Regno Unito), le evidenze messe a disposizione da studi preclinici, clinici e osservazionali condotti in seguito al via libera alla commercializzazione di questi prodotti sono rassicuranti.
Ragion per cui “non vi sarà alcun aggiornamento delle informazioni riportate sul bugiardinoâ€, fanno sapere da Amsterdam.
Al termine del consueto appuntamento mensile, il Prac ha ricordato comunque che “tutte le aziende in possesso dell'autorizzazione al commercio di questi farmaci continueranno a monitorare attentamente questi eventi nell'ambito delle loro attività di farmacovigilanzaâ€.
E, in caso di novità, seguirà “la segnalazione di qualsiasi ulteriore evidenza relativa a questo aspettoâ€.
Il processo di revisione del profilo di sicurezza di semaglutide e co. da parte dell'Ema non si conclude comunque qui.
Sul tavolo rimangono infatti le questioni legate al possibile aumento del rischio di sviluppare pensieri suicidari. Senza trascurare le potenziali conseguenze per l'apparato gastrointestinale, portate per la prima volta alla luce da uno studio pubblicato nelle scorse settimane sul Journal of the American Medical Association.
L'Ema è vigile, ma su questo ultimo fronte si attendono comunque ulteriori dati.

Fonte: AboutPharma

30/10/2023 10:20:00 Arturo Bandini


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