Meglio intervenire con un'ablazione con microonde invece di una resezione chirurgica in caso di cancro alla tiroide. Lo dice un nuovo studio pubblicato su Radiology da un team del China-Japan Friendship Hospital di Pechino diretto da Zhen-Long Zhao, che ha messo a confronto due approcci per il trattamento del carcinoma papillare multifocale della tiroide (PCT), appunto l'ablazione con microonde e la resezione chirurgica.
Allo studio hanno preso parte 682 pazienti divisi in due gruppi, dalla cui analisi non sono emerse differenze in termini di sopravvivenza libera da progressione a 1, 3 e 5 anni. Tuttavia, l'ablazione ha dalla sua un minor numero di complicanze, fra cui raucedine permanente e ipoparatiroidismo, condizioni che minano la qualità di vita del paziente.
Un'attenzione particolare è stata rivolta alla multifocalità del PTC, una caratteristica non infrequente che tradizionalmente spinge verso un approccio chirurgico più aggressivo.
Gli esiti dello studio indicano che l'ablazione rappresenta un'opzione terapeutica fattibile in grado di ridurre in maniera significativa le complicanze post-operatorie rispetto alla resezione chirurgica, senza per questo compromettere l'efficacia dell'intervento.
A confermare l'importanza dell'approccio è anche l'editoriale di accompagnamento firmato da Christos Georgiades, docente di Radiologia oncologica alla Johns Hopkins University, secondo cui l'ablazione deve essere considerata una valida alternativa mininvasiva soprattutto in un contesto clinico che tende al sovra-trattamento.
Fonte: Radiology 2024. Doi: 10.1148/radiol.230459
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