Nuovo farmaco per il cancro della vescica

Enfortumab vedotin colpisce direttamente le cellule tumorali

C'è un nuovo tipo di farmaco per il trattamento del cancro della vescica. Si tratta di enfortumab vedotin, nuovo composto che dirige la propria azione terapeutica direttamente verso le cellule tumorali, aumentando la sopravvivenza dei pazienti affetti da cancro uroteliale della vescica. Gli effetti del farmaco sono descritti sul New England Journal of Medicine.
Il cancro uroteliale della vescica è il più comune dei tumori che colpiscono l'organo con circa il 90% dei casi, e può svilupparsi anche nella pelvi renale, nell'uretere e nell'uretra.
«Uno dei trattamenti più utilizzati per questo tipo di cancro è la chemioterapia, che però come sappiamo agisce prendendo di mira tutte le cellule del corpo, colpendo quindi anche le cellule non cancerose, e causando effetti collaterali», afferma Thomas Powles, della Queen Mary University e del Barts Cancer Center di Londra, primo autore dello studio.
Il farmaco fa parte della classe nota come coniugati farmaco-anticorpo (ADC) e agisce grazie all'aggancio di un anticorpo a un medicinale simile ai chemioterapici.
L'anticorpo si lega alle cellule tumorali portando con sé il principio attivo, che finisce per agire solo sulle cellule tumorali, tralasciando quelle sane.
Il farmaco è stato sperimentato su 608 pazienti adulti affetti da carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico trattati in precedenza con chemioterapia a base di platino e un farmaco immunoterapico, l'inibitore PD-1/L1.
I dati dimostrano che il rischio di decesso era inferiore del 30% con il nuovo farmaco rispetto alla chemio, con una sopravvivenza media di circa 13 mesi per il nuovo farmaco.
La sopravvivenza media libera da progressione è stata di 5,6 mesi per il nuovo farmaco e di 3,7 mesi per la chemioterapia. Il tasso di risposta globale è stato del 40,6% con enfortumab vedotin rispetto al 17,9% nel braccio della chemioterapia tradizionale.
Il farmaco non ha mostrato effetti indesiderati particolari, e comunque in linea con quelli causati dalla chemioterapia.

Fonte: NEJM

16/07/2021 17:20:00 Andrea Sperelli


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