Diabete di tipo 1, baricitinib ne blocca la progressione

Il farmaco per l'artrite reumatoide sembra efficace

Uno studio apparso sul New England Journal of Medicine mostra gli effetti positivi del farmaco baricitinib in caso di diabete di tipo 1. Il farmaco, comunemente prescritto per l'artrite reumatoide, sembra preservare la produzione di insulina e ostacola la progressione del diabete.
«Quando viene diagnosticato per la prima volta il diabete di tipo 1, è ancora presente un numero considerevole di cellule produttrici di insulina. Volevamo capire se fosse possibile evitare la distruzione di queste cellule da parte del sistema immunitario, e abbiamo dimostrato che baricitinib è in grado di aiutarci», afferma Thomas Kay del St. Vincent's Institute of Medical Research (SVI) di Melbourne (Australia), autore senior dello studio.
Sono stati randomizzati 91 pazienti affetti da diabete di tipo 1 diagnosticato nei 100 giorni precedenti a ricevere baricitinib o placebo per via orale per 48 settimane. L'esito primario era il livello medio di peptide C misurato con un test di tolleranza alla settimana 48. Gli esiti secondari includevano la variazione rispetto al basale del livello di emoglobina glicata, la dose giornaliera di insulina, e misure del controllo glicemico valutate con l'uso del monitoraggio continuo del glucosio.
La mediana del livello medio di peptide C stimolato con pasto misto alla settimana 48 era pari a 0,65 nmol per litro al minuto nel gruppo baricitinib e a 0,43 nmol per litro al minuto nel gruppo placebo. La dose media giornaliera di insulina a 48 settimane è stata di 0,41 U per chilogrammo di peso corporeo al giorno nel gruppo baricitinib e 0,52 U per chilogrammo al giorno nel gruppo placebo.
Nei due gruppi i livelli di emoglobina glicata erano simili, ma il coefficiente medio di variazione del livello di glucosio a 48 settimane era del 29,6% nel gruppo baricitinib e 33,8% nel gruppo placebo.
In entrambi i gruppi si sono manifestati eventi avversi simili e nessuno di grave entità.
Johnny Ludvigsson, della Linköping University, si pone questo interrogativo in un editoriale correlato: «Dovremo capire se la terapia può contribuire a curare, e possibilmente a prevenire la malattia clinica, se utilizzata nelle fasi iniziali del diabete di tipo 1».

Fonte: NEJM 2023. Doi: 10.1056/NEJMoa2306691
NEJM

21/12/2023 10:20:00 Arturo Bandini


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