Il farmaco nirsevimab ha la capacità di ridurre dell'83% il numero dei ricoveri ospedalieri causati da virus sinciziale nei neonati. Una sola dose del farmaco nei bambini sotto i 12 mesi è in grado di generare questo effetto protettivo.
A trarre queste conclusioni è uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine da un team dell'Università di Londra.
Nirsevimab è un anticorpo monoclonale, ovvero una proteina concepita per riconoscere una struttura specifica (denominata antigene) e legarvisi. Nirsevimab si lega a una proteina chiamata "proteina F" sulla superficie del RSV. Una volta legato a questa proteina, il virus non riesce a penetrare nelle cellule dell'organismo, in particolare in quelle dei polmoni, contribuendo a prevenire l'infezione.
«Il farmaco è stato approvato nell'Unione Europea e nel Regno Unito (2022), in Canada e negli Stati Uniti (2023) per la prevenzione delle malattie del tratto respiratorio inferiore associate all'RSV nei neonati e nei lattanti», spiega il primo autore Simon Drysdale del Centro per le infezioni neonatali e pediatriche dell'Università di Londra.
L'anticorpo ha un'emivita di circa 71 giorni ed è in grado di fornire protezione a tutti i bambini se somministrato in programmi simili a quelli vaccinali. Il trial clinico Harmonie è stato realizzato in condizioni simili a quelle della pratica clinica di routine, con l'obiettivo di verificare efficacia e sicurezza di una singola iniezione intramuscolare di nirsevimab per prevenire i ricoveri ospedalieri da RSV nei neonati non eleggibili a trattamento vaccinale.
Dall'analisi dei dati di 8.058 neonati di età pari o inferiore a 12 mesi emerge che solo lo 0,3% dei partecipanti che hanno assunto il farmaco è stato ricoverato per infezione a carico del tratto respiratorio inferiore associata a RSV, contro l'1,5% del gruppo non trattato.
Ciò equivale a dire che il trattamento con l'anticorpo monoclonale ha avuto un'efficacia dell'83,2%, con un profilo di sicurezza favorevole. «Questi risultati suggeriscono che nirsevimab ha il potenziale di ridurre il carico di ricoveri ospedalieri per infezione del tratto respiratorio inferiore associati a RSV tra i neonati», conclude Drysdale.
Fonte: NEJM 2024. Doi: 10.1056/NEJMoa2309189
NEJM
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