La malattia renale cronica colpisce circa l'8% della popolazione mondiale condannando molte persone alla dialisi o al trapianto di rene.
Un team coordinato da Paola Romagnani dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer di Firenze ha messo a punto una nuova terapia per prevenire lo sviluppo della malattia renale cronica legata al danno renale acuto.
Il team, che ha pubblicato gli esiti dello studio su Nature Communications, ha scoperto che, in risposta a un danno acuto, le cellule del rene vanno incontro a ipertrofia, ovvero aumentano il loro contenuto di DNA parallelamente alle loro dimensioni incrementando la capacità funzionale.
Si tratta di una risposta adattiva necessaria per consentire la sopravvivenza del soggetto colpito dal danno renale. Tuttavia, con il tempo le cellule promuovono lo sviluppo di fibrosi, la perdita di funzione renale e infine la malattia renale cronica.
I ricercatori hanno però individuato una finestra temporale durante la quale si può intervenire sulla risposta poliploide senza compromettere la sopravvivenza e prevenendo lo sviluppo della malattia renale cronica.
“La scoperta - spiega Paola Romagnani - rivoluziona completamente la visione della risposta adattativa del rene al danno e propone per la prima volta una potenziale terapia che permetta di mantenere la funzione renale residua, portando una nuova speranza ai pazienti colpiti da danno renale acuto”. Gli scienziati hanno testato l'efficacia di alcuni farmaci in grado di regolare la risposta poliploide e prevenire così la degenerazione della funzione renale. Ora partiranno studi clinici ad hoc che tenteranno di validare la terapia per l'uomo.
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