Uno studio pubblicato su Gastroenterology evidenzia l'efficacia del farmaco vedolizumab nel morbo di Crohn in termini di cicatrizzazione della mucosa.
Il medicinale sarebbe particolarmente efficace nei pazienti trattati con farmaci biologici. Silvio Danese, primo autore dello studio, responsabile del Centro malattie infiammatorie croniche intestinali di Humanitas, coordinatore di Humanitas Immuno Center e docente di Humanitas University, spiega: “La ricerca rinforza il concetto che i pazienti con malattia precoce rispondono meglio ai farmaci biologici, non solo per quanto riguarda i sintomi ma anche per quanto riguarda il danno strutturale inteso come lesioni endoscopiche e come danno radiologico".
Di norma, il morbo di Crohn si manifesta nell'ultima parte dell'intestino tenue (ileo) e nel colon, ma in alcuni casi può presentarsi anche in qualsiasi parte del tratto digerente, dalla bocca all'ano.
Lo studio ha valutato l'effetto del farmaco oltre la mucosa intestinale attraverso la risonanza magnetica.
"I risultati dimostrano che il farmaco è in grado non solo di cicatrizzare a livello endoscopico la mucosa, ma anche attraverso tutti gli strati della parete intestinale come evidenziato dalla risonanza magnetica, dal momento che la malattia interessa l'intestino a tutto spessore".
Lo studio di fase III, in aperto ha incluso 110 pazienti con malattia di Crohn in fase attiva. Circa un terzo ha ottenuto la remissione endoscopica dopo 52 settimane di trattamento e due terzi hanno ottenuto una remissione istologica alla settimana 26.
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