L'ormone che fa preferire il sesso al cibo

La leptina influenza il bisogno di riproduzione

C'è un ormone che riesce a sopprimere il senso di appetito, ma aumenta il desiderio sessuale. È la leptina, che stando ai risultati di una ricerca dell'Università di Colonia è riuscita a far preferire l'accoppiamento a un'abbuffata in un gruppo di topolini con appetito moderato. Se la restrizione alimentare è rigida e prolungata, però, la leptina non può nulla e mangiare viene prima di ogni altra cosa.
È lo stesso tessuto adiposo a produrre leptina, in modo tale che quando il grasso è ritenuto sufficiente il senso di fame diminuisce. Anche in chi è obeso la leptina è in circolo, ma in quel caso l'infiammazione sistemica dell'organismo produce resistenza all'azione dell'ormone.
L'ormone con il funzionamento opposto è la grelina, prodotta dallo stomaco in mancanza di cibo per stimolare la fame. A differenza della leptina, la grelina e gli altri mediatori dell'appetito sono quasi perennemente espressi perché l'evoluzione ha favorito le risposte mirate ad accumulare energia e nutrienti per superare le carestie. È evidente il disallineamento fra i tempi evolutivi e quelli sociologici: l'impostazione accumulativa dell'organismo appare superflua almeno in quelle società che hanno risolto da tempo il problema della carenza di cibo. Ma la voglia di cibo è regolata anche dall'insulina, ormone che controlla l'introito e la gestione del glucosio.
L'insulina è prodotta dal pancreas dopo l'assunzione di zucchero e carboidrati in genere, così che il glucosio in circolo possa essere preso dalle cellule e utilizzato come fonte di energia o, se è troppo, immagazzinato sotto forma di grassi.
Quando si mangiano troppi carboidrati, viene prodotta molta insulina. Per reazione, la glicemia scende in picchiata, il cervello avverte una mancanza di energia e scatena di nuovo il senso di fame.
Il primo passo di una buona dieta, quindi, sarà quello di mantenere costanti i livelli di glicemia e insulina. Infatti, anche se l'insulina in circolo si abbassa troppo la conseguenza è la stessa, cioè la fame.
Un altro elemento che influenza le possibilità di successo di una dieta è il cortisolo, ormone prodotto dalle ghiandole surrenali in risposta allo stress. Spinge a cercare cibo ad alto contenuto calorico e favorisce l'accumulo di grasso. Al contrario la serotonina, chiamata il neurotrasmettitore della felicità, favorisce la sazietà e contribuisce a ridurre la quantità di cibo ingerita, facendo venire più voglia di proteine anziché di carboidrati.
Quando siamo tristi abbiamo quindi più fame. È necessario perciò pensare un tipo di alimentazione che non sia punitiva perché a lungo andare diventa controproducente.
Il cibo peraltro stimola i centri del piacere e aumenta la liberazione di dopamina, neurotrasmettitore legato alla gratificazione. Una dieta troppo restrittiva avrà come effetto il craving, cioè il desiderio incontrollato di qualcosa che faccia stare bene.
Si cercheranno soprattutto cibi spazzatura e si tenderà al binge eating, ovvero all'abbuffata compulsiva. Fenomeno che diventa sempre più probabile in base al numero di tentativi di dieta. Ogni volta infatti aumenta la frustrazione e quindi l'incapacità a sostenere gli impulsi che portano alla ricerca di alimenti pericolosi.

15/06/2023 10:30:00 Andrea Sperelli


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