Cancro al seno, le donne trans rischiano di più

Il trattamento ormonale aumenta esponenzialmente il rischio

“Le donne trans in particolare dovrebbero essere considerate ad alto rischio di sviluppare un cancro del seno e per malattie cardiovascolari”. Lo dice la dott.ssa Marie D'Assigny del Dipartimento di endocrinologia dell'Ospedale di Poitiers, in Francia.
Vivere in un corpo che non corrisponde all'identità percepita è possibile solo con gli ormoni: antiandrogeni per la terapia femminilizzante e a base di testosterone per quella maschilizzante.
Uno studio pubblicato su Lancet Diabetes and Endocrinology ha preso in esame 4.500 persone per un lasso di tempo che va dal 1972 al 2018, indagando sulle cause di morte dei soggetti transgender in terapia ormonale.
La mortalità di questo gruppo di persone è doppia rispetto ai transgender che non assumono la terapia ormonale: 10,8% per le donne e 2,7% per gli uomini. Nella maggior parte dei casi si tratta di malattie cardiovascolari, cancro ai polmoni, Hiv, suicidio, cancro al seno e cancro della prostata.
Oltre a una peggiore adesione alle campagne di screening, il dato si spiega anche con l'assunzione di testosterone, che assottiglia l'endometrio ed espone al rischio aumentato di cancro dell'utero.
Un altro studio dell'University Medical Centre di Amsterdam su 2.260 donne transgender ha riscontrato, dopo 18 anni di trattamento ormonale, 18 casi di cancro al seno di cui 14 invasivi: un'incidenza 46 volte superiore a quella degli uomini cisgender. Il rischio nelle donne trans aumenta dopo un periodo breve di terapia ormonale. L'invito delle autorità sanitarie, a partire dalle linee sullo Standard di cura, pubblicate dall'ISS, è di seguire gli screening periodici.
La rivista dell'Airc Il fondamentale racconta la storia di Mariangela, nata maschio e oggi donna che insegna in un liceo in centro Italia. Le hanno diagnosticato un cancro al seno avanzato. Ha scelto il cambio di genere a 25 anni e la diagnosi di cancro al seno (per il quale aveva una predisposizione genetica, BRCA) significherà per lei dover interrompere le cure ormonali che da 40 anni la fanno vivere come donna.
La storia racconta le difficoltà e anche i pregiudizi che spesso il mondo sanitario può avere nei confronti delle persone transgender, che con estrema ritrosia seguono gli screening quando proprio per la terapia ormonale dovrebbero invece seguirli con ancor più zelo.
“Ho fatto finta di niente e quando mi sono accorta che qualcosa non andava la malattia era già avanzata”, racconta piena di paura Mariangela.

12/04/2023 10:00:00 Andrea Sperelli


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