Il trapianto di testa è possibile? Secondo il neurochirurgo italiano Sergio Canavero sì. Il medico, noto da anni per la sua intenzione di effettuare il primo trapianto di testa sull'uomo, ha dichiarato alla rivista New Scientist di aver portato a termine un trapianto di testa su una scimmia: «L'animale è sopravvissuto alla procedura senza nessun danno neurologico di qualsiasi tipo", ha spiegato Canavero. L'intervento sarebbe stato eseguito nella clinica universitaria di Harbin, in Cina.
La scimmia sarebbe sopravvissuta per 20 ore all'intervento, ma è stata in seguito abbattuta per «evitarle inutili sofferenze», particolare che non sembra deporre a favore della tecnica, a dire il vero.
Ma il dott. Canavero non molla: «Abbiamo dimostrato la validità del protocollo e alcune riviste scientifiche hanno accettato i nostri articoli in cui spieghiamo il metodo usato», ha dichiarato il medico, che ora vorrebbe provare l'intervento su Valery Spiridonov, un russo affetto da una rara malattia genetica.
Sulla rivista Surgical Neurology International il chirurgo descrive in sintesi le tappe che permetteranno ai medici di trapiantare una testa su un nuovo corpo. Si parte dal congelamento del cranio del destinatario e della salma del donatore per prolungare la sopravvivenza delle cellule senza ossigeno. I chirurghi sezionano il tessuto intorno al collo e i principali vasi sanguigni collegati con dei tubicini. La testa viene quindi spostata sul corpo del donatore e le due estremità del midollo spinale vengono fuse insieme.
È questo il punto cruciale dell'intervento, per superare il quale Canavero punta a irrorare la zona con una sostanza chimica chiamata polietilenglicole, che provvederà poi a iniettare. Il polietilenglicole avrebbe l'effetto di stimolare la fusione del grasso nelle membane cellulari.
I neurochirurghi italiani, tuttavia, sono - per usare un eufemismo - scettici riguardo al progetto del dott. Canavero, che peraltro aveva fatto lo stesso annuncio due anni fa, assicurando entro 2 anni - cioè entro quest'anno - il primo tentativo.
Di seguito la nota della Società italiana di neurochirurgia che affronta i termini della questione.
“Si tratta di una modalità inappropriata di fare scienza e di diffondere progettualità - eticamente discutibili - prive di basi scientifiche. Il metodo scientifico richiede una sperimentazione per gradi, documentata e metodicamente riproducibile, rifuggendo da personalismi e protagonismi che a tutto mirano, meno che al miglioramento della salute e delle prospettive dei pazienti.
Le proposte del dott. Canavero, al momento teoriche, si basano sugli esperimenti del 1970 - falliti - del dr. Robert White; la sua scimmia “rigettò” letteralmente la testa trapiantata, ma soprattutto non mostrò alcuna ripresa motoria o sensitiva. E se è vero che a distanza di 45 anni i progressi dell'immunosoppressione nei trapianti hanno fatto grandi passi, ben poco - purtroppo - è stato ottenuto nel campo della rigenerazione nervosa; in altre parole il midollo spinale sezionato, anche sperimentalmente e con “nanotecnologie”, ancora nel 2015 non riacquista la sua funzionalità. Questa è la verità, cruda e pura. E se esiste anche un solo “uomo di scienza” che riesce a ricostituire la funzione midollare, cioè a far camminare i paraplegici, per favore lo dica subito. I nostri centri di riabilitazione sono pieni di pazienti sulla sedia a rotelle - se non peggio - assetati di scienza innovativa. Non di illusori scoop mediatici.
La Neurochirurgia coincide con l'innovazione; tutte le proposte scientifiche appropriate devono essere considerate, senza pregiudizi o preclusioni; i nostri neurochirurghi sono stimati e valutati in tutto il mondo per questo. Le ricerche italiane nel campo del trauma cranico, dell'utilizzo di tecniche innovative per l'idrocefalo e del trattamento dei tumori cerebrali sono apprezzate in tutto il mondo. Un neurochirurgo italiano 30 anni fa ha cambiato la vita di migliaia di pazienti, inventando una nuova tecnica di chiusura degli aneurismi cerebrali dall'interno, senza craniotomia.
La ricerca è una cosa seria, fatta di studio, di applicazione metodica e di risultati graduali; i nostri pazienti hanno bisogno di punti fermi e non di false speranza. A oggi il trapianto di testa, anzi il trapianto di corpo, non è tecnicamente possibile perché tecnicamente non è stato risolto il problema della ripresa della funzione midollare. Se pure il paziente vivesse più a lungo della povera scimmia di White, a tutt'oggi la sua testa non riuscirebbe a far muovere il corpo”.
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
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