Alzheimer, il peso è un parametro da considerare

L'andamento del peso corporeo può predire l'insorgenza della malattia

Seguire l'andamento del peso corporeo durante la vita per riuscire a predire l'eventuale insorgenza della demenza. È quanto sembra suggerire uno studio pubblicato su Alzheimer's & Dementia da un team della Boston University e del Peking Union Medical College.
«A causa del numero globale di ammalati, attualmente stimato a 55 milioni ma previsto in aumento entro il 2050, la demenza è uno scottante argomento di salute pubblica globale», esordisce Jinlei Li, primo nome della ricerca.
Già in passato l'indice di massa corporea è stato associato a un rischio aumentato di demenza, ma la correlazione è tuttora oggetto di dibattito. «Sebbene vi sia accordo sul fatto che il declino del BMI correli con un aumento delle probabilità di sviluppare demenza, abbiamo ipotizzato che gli individui il cui BMI aumenta nella mezza età per diminuire negli anni successivi abbiano maggiori probabilità di ammalarsi», scrivono gli autori.
I ricercatori si sono serviti dei dati del Framingham Heart Study, incrociandoli con le valutazioni del BMI registrate ogni 2-4 anni e con i tassi di demenza incidente raccolti in quattro decenni.
Confrontando diversi modelli di peso (stabilità, incremento, riduzione) tra chi aveva ricevuto o no una diagnosi di demenza, i ricercatori hanno identificato un sottogruppo di pazienti con un BMI in aumento seguito da un calo, entrambi verificatisi nella mezza età, in cui l'associazione BMI-demenza era particolarmente significativa.
«Se un costante aumento di peso, comune quando si invecchia, è seguito da una inaspettata perdita di peso dopo la mezza età, potrebbe essere utile consultare il proprio medico e individuarne il motivo», riprende Li. «La demenza non è necessariamente inevitabile, e il monitoraggio di indicatori di rischio di facile rilevazione come il peso corporeo potrebbe offrire un'opportunità di diagnosi e intervento precoce in grado di modificare la storia naturale della malattia».

Fonte: Alzheimer's & Dementia 2022. Doi: 10.1002/alz.12839
Alzheimer's & Dementia

17/01/2023 10:45:00 Andrea Sperelli


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