È in aumento fra i giovani l'incidenza dei tumori gastrointestinali. Lo dimostra uno studio della Flinders University di Adelaide pubblicato su Cancers. Stando ai dati, nella fascia d'età 18-50 anni i tumori gastrointestinali sono in netto aumento, una crescita che invece non viene registrata fra i più anziani.
I ricercatori hanno preso in esame 28.566 casi di adenocarcinoma colorettale, pancreatico, esofageo e gastrico diagnosticati nel sud dell'Australia fra il 1990 e il 2017. Di questi, il 7,5% (2.129 casi) riguardava persone fra i 18 e i 50 anni. La percentuale di giovani che si ammalano di questi tipi di neoplasie è aumentata via via nel tempo, con un ritmo pari all'1 per cento di diagnosi in più ogni anno.
«In pratica l'incidenza della malattia in questa fascia d'età è passata da poco più di 9 casi ogni 100mila persone a quasi 13 casi - sottolinea Savio Barreto, autore principale dello studio -. L'aumento riguarda soprattutto i maschi, ma ciò che più preoccupa è che non ne conosciamo con precisione le cause, mentre è fondamentale capirle per sapere come possiamo prevenire la malattia e invertire subito questa preoccupante tendenza».
Anche dagli Stati Uniti arriva un allarme simile: secondo l'American Cancer Society, i nati fra il 1980 e il 2000 mostrano un rischio 4 volte più alto di sviluppare un tumore del colon retto rispetto ai nonni e ai padri.
«Quasi il 90% dei carcinomi del colon-retto si sviluppa a partire da adenomi che impiegano anni (tra 7 e 15, in media) per trasformarsi in forme maligne - spiega Giordano Beretta, presidente di Fondazione Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) -. È in questa finestra temporale che lo screening con il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci (in sigla Sof) consente di fare una diagnosi precoce ed eliminare i polipi prima che abbiano acquisito caratteristiche pericolose. Nel nostro Paese viene offerto gratuitamente all'interno dei programmi di screening, eppure in media l'adesione è ferma al 42%».
L'aumento dei casi fra i più giovani è senz'altro collegato al diffondersi degli stili di vita scorretti, soprattutto in relazione all'alimentazione. I tumori dell'apparato digerente sono infatti direttamente collegati al consumo esagerato di carni rosse, insaccati, farine e zuccheri raffinati. Inoltre, spesso il cancro insorge in persone che non praticano attività sportiva, fumano e sono in sovrappeso.
«Potrebbero avere un ruolo nel far crescere il pericolo di cancro anche il consumo di droghe e l'abuso di alcolici, sia in giovane età che prima della nascita o nei primi anni di vita - conclude Barreto -. L'esposizione a questi fattori di rischio potrebbe infatti accelerare i processi che portano alla formazione di una neoplasia, come sembrano indicare gli esiti di un altro nostro studio pubblicato sulla rivista Frontiers of Oncology. Certo molto resta da indagare per avere risposte più precise, ma è importante invertire questa tendenza in fretta, anche perché mentre la sopravvivenza negli adenocarcinomi gastrointestinali è migliorata nelle persone over 50, lo stesso non si può dire per i più giovani».
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