Grazie a una tecnica all'avanguardia, made in Giappone, e utilizzata a oggi solo in pochi centri in Italia, sono già sei i pazienti laziali che hanno ricevuto un rene da un donatore vivente con gruppo sanguigno incompatibile.
L'incompatibilità del gruppo sanguigno (da sempre considerata una barriera alla possibilità di effettuare un trapianto di rene) viene bypassata ripulendo il sangue del paziente che riceve l'organo così da eliminare gli anticorpi contro il sangue del donatore.
Gli interventi sono stati effettuati dall'equipe chirurgica dell'Unità Operativa Trapianti di Rene, diretta dal Prof. Franco Citterio, mentre il prelievo del rene è stato effettuato con procedura laparoscopica dal Prof. Jacopo Romagnoli.
Il trapianto di rene è oggi la migliore cura per il trattamento dell'insufficienza renale cronica, garantendo una migliore sopravvivenza del paziente, una migliore qualità di vita e significativi minori costi rispetto al trattamento dialitico. In particolare, il trapianto di rene da donatore vivente è la migliore cura possibile per un paziente affetto da insufficienza renale terminale.
Nel Lazio lo scorso anno sono stati eseguiti con ottimi risultati 42 trapianti da donatore vivente, il 15,4 % di questo tipo di trapianti effettuati in Italia.
La tecnica consiste nel filtrare il sangue dei pazienti riceventi (prima del trapianto) in speciali filtri di plasmaferesi per rimuovere gli anticorpi antigruppo presenti.
Sono stati i chirurghi giapponesi i primi al mondo a effettuare trapianti con incompatibilità del gruppo sanguigno, mettendo a punto la tecnica. Da qualche anno alcuni centri italiani del Nord-Italia hanno iniziato a seguire l'esempio giapponese e americano, effettuando con successo il trapianto tra coppie donatore - ricevente con gruppo sanguigno AB0 incompatibile.
Ora questa procedura è possibile anche nel Lazio presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. I primi sei pazienti trapiantati presso l'Unità Operativa trapianti di rene del Policlinico Gemelli che hanno ricevuto un rene da donatore vivente ABO incompatibile stanno bene e con un'ottima funzione renale.
«Questa positiva esperienza», afferma il Professor Citterio, «consente di superare uno degli ostacoli al trapianto di rene da donatore vivente e permetterà anche nel Lazio di poter curare meglio i nostri pazienti con insufficienza renale cronica. Per l'anno in corso», conclude il professor Citterio, «vi sono già quattro pazienti in studio».
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