Ancora non è possibile mettere un punto definitivo alla questione dei farmaci antidiabetici usati per dimagrire che potrebbero avere un ruolo nell'insorgenza di pensieri suicidari.
A dirlo è una nota dell'Ema che fa il punto sul processo di revisione che il Prac ha avviato negli scorsi mesi: "Il Prac ha esaminato le prove disponibili provenienti da studi clinici, sorveglianza post-marketing e pubblicazioni di letteratura su casi segnalati di pensieri suicidari e pensieri di autolesionismo con medicinali noti come agonisti del recettore Glp-1. Anche se al momento non è possibile trarre alcuna conclusione su un nesso causale - precisa l'ente regolatorio Ue - ci sono diverse questioni che devono ancora essere chiarite. Per questo il Prac ha concordato ulteriori elenchi di domande da sottoporre ai titolari dell'autorizzazione all'immissione in commercio. I farmaci in questione sono commercializzati con i nomi marchio Ozempic, Rybelsus, Wegovy, Victoza, Saxenda, Xultophy, Byetta, Bydureon, Lyxumia, Suliqua e Trulicity", e contengono i principi attivi "dulaglutide, exenatide, liraglutide, lixisenatide e semaglutide".
"Il Prac tornerà a discutere dell'argomento nella riunione di aprile 2024", conclude l'Ema, che diramerà "ulteriori comunicazioni quando saranno disponibili nuove informazioni".
Al momento non sono previsti limiti nella prescrizione e nell'utilizzo dei prodotti: "La presenza di un segnale non significa necessariamente che un medicinale abbia causato l'evento avverso in questione". La raccomandazione dell'agenzia è comunque "di utilizzare gli agonisti del recettore del GLP-1 in conformità con le informazioni sul prodotto approvate e di segnalare alle autorità gli effetti collaterali sospetti".
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